Progetti e convegni: le spesedella Regione Trentino-Alto Adige

Andando a guardare le delibere di spesa, si scopre che il grosso dell’attività (esclusi gli stanziamenti ai Comuni e al Consiglio Regionale) è legato a distribuzioni di generosi finanziamenti


Luca Petermaier


TRENTO. Posto che la Regione Trentino Alto Adige non si tocca (a meno di non mettere a rischio la stessa autonomia del Trentino e a meno di disegni di riforma costituzionale dall’esito incerto) la domanda è: come ridarle un nuovo ruolo, una sua compiuta dignità? E’ sì, perché oggi ad entrare nel cuore delle decisioni assunte dalla giunta regionale il rischio (anzi, la certezza) è di rimanere delusi. Delusi per la scarsa consistenza dei provvedimenti presi, molti dei quali caratterizzati da un profilo meramente «distributivo» di risorse. E a chi obietta che anche le due Province sono generose nei finanziamenti, è facile replicare che loro - le Province - non sono solo bancomat, ma importanti centri decisionali.
La Regione non lo è più, almeno sotto il profilo amministrativo. Basta scorrere le più importanti delibere assunte dalla giunta quest’anno per comprenderlo. Nella scheda le potete leggere da voi. Il grosso dell’attività (esclusi gli stanziamenti ai Comuni e al Consiglio Regionale) è legato a distribuzioni di generosi finanziamenti, a volte non esattamente funzionali con le (poche) deleghe rimaste in capo all’ente.
Vale la pena, dunque, puntare ancora sulla Regione come ente amministrativo? «Oggi - spiega l’ex presidente della Regione e attuale assessore agli enti locali Margherita Cogo - c’è maggior rigore rispetto a qualche anno fa. Tuttavia è chiaro a tutti che la Regione così com’è va riformata e noi del Pd vogliamo assumerci la responsabilità di farlo. Come? Puntando su un ente con funzioni più politiche, di rappresentanza delle due Province. Ci rendiamo conto che il momento non è dei migliori, ma sono ormai troppi anni che aspettiamo. Il disagio che molti di noi provano nell’aula del Consiglio ci impone oggi di intervenire. Depotenziare l’autonomia delle Province oggi è antistorico. Detto questo il quadro regionale deve essere l’effettivo raccordo di grandi politiche da sviluppare a livello provinciale. Penso alla sanità o alla rappresentanza in Europa. Ma vanno convinti gli altoatesini».













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