IMMIGRAZIONE

Profughi, l’accoglienza diventa un business

Appalto della Provincia da 6 milioni. Spunta un tour operator che contatta enti religiosi per cercare posti letto. Borgonovo Re: «Non abbiamo mediatori»


Chiara Bert


TRENTO. «Richiesta per la vostra disponibilità a partire dal 1° gennaio 2016 per il periodo che vorrete mettermi a disposizione la struttura, il bando è per 3 anni. Si tratta di utenti particolari in quanto parliamo di emigranti che il Ministero dell'interno ha destinato per la vostra regione». È il contenuto della mail arrivata nei giorni scorsi ad un ente religioso trentino, annunciata da una telefonata per spiegare l’oggetto della richiesta. Autore della telefonata, e della successiva missiva, il responsabile del settore gare di un tour operator. Allegato alla lettera, un allegato del bando di gara della Provincia di Trento per l’affidamento dei servizi di vitto e alloggio: un appalto a 6.085.000 euro.

Sì, avete letto bene: un’azienda che si occupa di turismo ora va a caccia di alloggi per gli immigrati. L’emergenza profughi che sta di nuovo mettendo a rischio il piano di accoglienza del ministero degli Interni, con diverse regioni che non ne vogliono sapere di ospitare i migranti sul proprio territorio, è diventata anche un business.

In Provincia, tra chi si occupa di gestione dei migranti, la reazione di fronte alla mail è di stupore: «Una cosa è certa, questi soggetti non operano per conto della Provincia. C’è un bando europeo che scade il 22 giugno con dei precisi requisiti di partecipazione. Nessuno è stato da noi incaricato di fare ricerche. Viene da pensare che ci sia chi si è messo a raccogliere disponibilità per partecipare al bando». L’assessora Donata Borgonovo Re è netta: «Non abbiamo mediatori. Anzi, fin dall’inizio abbiamo cercato di gestire questa partita molto complessa con canali trasparenti e lineari, e nei confronti dei Comuni, dei privati e delle parrocchie ci siamo sempre mossi direttamente come Provincia o attraverso realtà molto conosciute e riconoscibili come il Cinformi, l’Atas e il Centro Astalli. Questo proprio per evitare confusione e non cadere in situazioni disgraziate che si sono verificate in altre parti d’Italia». E l’assessora invita chiunque venisse interpellato con modalità non usuali, a farlo sapere in Provincia «così ci aiuta a mantenere pulito un sistema delicato e difficile».

Anche perché, ci riferisce la nostra fonte, la società si è presentata al telefono spiegando di occuparsi dei migranti per conto della Provincia avendo un contratto. Contratto che evidentemente non è mai esistito. Tant’è. Il tour operator informa i suoi interlocutori che la Provincia cerca disponibilità giornaliera da un minimo di 20 persone ad un massimo di 200 «per il periodo che ritenete utile per la vostra struttura», «viene richiesto il trattamento di pensione completa e per questo vi allego le direttive del Ministero dell'Interno e che comunque dovranno rispettare le regole delle diverse religioni. Ovviamente i migranti potranno essere ospitanti anche in camere triple o quadruple se hanno le dimensioni idonee». «Non ho un budget», chiarisce il responsabile della società per giustificare il fatto di non poter indicare la diaria che verrebbe pagata.

L’appalto di Piazza Dante riguarda un accordo quadro tra la Provincia e più soggetti economici per assicurare pasti e alloggio ai migranti che il Viminale ha destinato al Trentino: attualmente sono 431 i profughi assegnati e anche recentemente la Provincia è tornata a chiedere ai Comuni di individuare luoghi disponibili per la seconda accoglienza. Ma le risposte sono state pochissime.













Scuola & Ricerca

In primo piano