LA PROTESTA

Posta a giorni alterni, i portalettere in piazza 

Il sindacato Failp - Cisal annuncia la manifestazione per il 29 novembre. Caravello: «Decisioni unilaterali, ci sono i termini per una diffida»


di Sandra Mattei


TRENTO. In questi giorni le assemblee si susseguono in tutto il Trentino ed hanno registrato un’adesione massiccia. Il sindacato autonomo dei postali Failp - Cisal sta organizzando una mobilitazione in vista del 4 dicembre, giorno in cui partirà la consegna della posta a giorni alterni.

La manifestazione è fissata per il 29 novembre alle ore 16, e si svolgerà al Palazzo della Regione, affermano gli organizzatori, perché in quella data ci sono i lavori del consiglio provinciale e la speranza è avere un incontro con il governatore Ugo Rossi. Le rivendicazioni da parte dei portalettere, da tempo in stato d’agitazione per le conseguenze che comporterà la consegna a giorni alterni in termini di riorganizzazione del lavoro, sono in particolare due.

Le spiega Marcello Caravello, segretario della Failp - Cisal che è il sindacato autonomo maggioritario nei postali a livello nazionale. «La consegna a giorni alterni - afferma Caravello - determinerà delle eccedenze del personale, perché quattro centri di distribuzione subiranno degli accorpamenti. Ad esempio, Vezzano dovrà prendersi in carico anche Ponte Arche, come Fiera di Primiero avrà la competenza per il Vanoi e per tutti i paesi limitrofi. A Borgo, l’organico passerà da 21 a 10 linee di recapito, con 11 portalettere eccedenti. C’è poi il caso di Levico, che dovrebbe servire anche Lavarone Cappella, decisione sospesa al momento, perché stanno l’opportunità di una soluzione diversa da quella prospettata. Una riorganizzazione di questa portata non può essere fatta in modo unilaterale, per questo chiediamo un accordo decentrato, come già successo in Veneto e Friuli».

Sulla base dell’accordo nazionale del 15 ottobre 2015 firmato da Cgil, Cisl, Uil, Failp, Sailp e Ugl in caso di riorganizzazione del lavoro ci sono da rispettare dei passaggi: verificare il numero delle eccedenze per avviare un processo di ricollocazione o agli sportelli o al commerciale, incentivare eventuali esodi e avviare il fondo di solidarietà, come previsto dall’art. 4 della legge Fornero. A questo proposito, Caravello ipotizza anche che si arrivi a diffidare l’azienda per comportamento antisindacale. In una lettera inviata alla direzione del Nord Est si chiedeva «di attivare la procedura di contrattazione per eliminare ogni artificioso impedimento e comportamento dilatorio». La seconda richiesta, indirizzata ai partiti politici, è di prendere l’esempio dall’Alto Adige, che nell’accordo con il governo di Milano ha ottenuto la competenza sulle Poste e perciò si è organizzata per gestire il servizio postale in modo autonomo. «Al presidente Rossi - aggiunge Caravello - chiederemo che si costituisca un polo logistico regionale che lavori in loco la posta che viene prodotta qui, senza farla arrivare a Padova o Verona, come succede adesso». In definitiva, per la Failp - Cisal l’importante è che la funzione del portalettere resti un servizio. «Nei piccoli paesi - spiega - abbiamo anche un ruolo sociale, incontrando persone anziane e sole. In val dei Mocheni, ad esempio, consegniamo anche le medicine. Se passerà la consegna a giorni alterni, che interessa 34 Comuni, il servizio ne risentirà. È inevitabile che la posta si accumuli, visto che il carico di lavoro aumenterà. C’è anche da valutare la sicurezza, perché se si accorpano i Comuni, si dovranno percorre più chilometri in auto, con rischi per il personale».













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