l'appuntamento

"Polemiche assurde, nessuno ha letto le carte processuali"

Sabato 20 agosto, a Pieve di Ledro, l'incontro con Raffaele Sollecito che presenta il libro sulla sua vicenda processuale 



PIEVE DI LEDRO. Malgrado le smentite apparse nei giorni scorsi, non si placano le polemiche, molto vivaci, sull’incontro di domani, sabato 20 agosto, a Pieve di Ledro con Raffaele Sollecito che, alle 20.30 nella sala della caserma dei vigili del fuoco, presenterà il suo libro autobiografico “Un passo fuori la notte”. Sollecito assieme ad Amanda Knox era stato accusato dell’omicidio di Meredith Kerker ed assolto con la formula più ampia dalla Corte Suprema di Cassazione dopo otto anni passati tra tribunali e carcere.

Al proliferarsi continuo delle accuse molto accentuate sulla presenza di Sollecito ed alla sua travagliata esperienza giudiziaria prende posizione Cristina Sartori organizzatrice dell’appuntamento pubblico e gratuito a Pieve che replica: «In base a cosa stabiliamo se una persona é colpevole di un crimine? In un Paese civile degno di questo nome ci si aspetterebbe che la risposta fosse “in base alle prove ed ai fatti accertati”, ma, purtroppo, nonostante i diritti civili ed il sistema legislativo richiedano certezze oggettive per una condanna, all’opinione pubblica basta molto meno: si accontenta del sospetto.

Dopo quasi nove anni, a fronte di una assoluzione, si è ancora convinti che Raffaele Sollecito e Amanda Knox siano la coppia di amanti diabolici rei di avere assassinato Meredith Kercher all’interno di una sordida vicenda condita di  sesso, droga e satanismo sulla quale i mass media in tutti questo tempo  si sono avventati con la stessa rapacità di un minatore d’innanzi a una vena aurifera. Mi è stato detto che ho organizzato l’evento per un vantaggio economico mio e di Sollecito.

Quale tornaconto posso avere nell’organizzare una serata totalmente a mie spese senza alcun patrocinio? Mi è stato detto che ho indetto la riunione per motivi pubblicitari? Quale vantaggio mediatico posso ottenere da una serata a Pieve? Mi è stato chiesto perché non organizzavo qualcosa di più politically correct, in modo da evitare ricadute di immagine. Vorrei rispondere che sono sinceramente poco interessata al politically correct soprattutto se fondato su luoghi comuni e chiacchiere da bar. Due anni fa ho proposto lo stesso format per il libro di Roberta Bruzzone su Chicco Forti. Anche in quel caso studiai tutte le carte del processo  e la ritengo  una vicenda per certi versi paritetica a questa. Per quell’evento, venni quasi osannata, ora, invece, vengo quasi messa al rogo sulla pubblica piazza. Quasi nessuno di coloro che hanno espresso sia un giudizio positivo che negativo su queste vicende abbiano ma letto la documentazione processuale».













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