Pinzolo, terra ad alta densità religiosa

Una realtà di 4.000 anime (Giustino e Carisolo compresi) ha dato i natali a ben sette preti, tutti con ruoli di prestigio


di Giuseppe Ciaghi


PINZOLO. I paesi di Giustino, di Pinzolo e di Carisolo, pur divisi in tre comuni distinti dal 1952 – nel periodo fascista dipendevano da un solo podestà - costituiscono un unico centro abitato, con edifici cresciuti uno accanto all'altro senza soluzione di continuità. La zona, una realtà territoriale di circa 4.000 abitanti, è particolare per tanti aspetti: economici, sociali, culturali, religiosi.

Fra le curiosità il fatto che vi siano cresciuti ben sette sacerdoti – e che religiosi! - tuttora in piena attività. Don Benito Paoli, classe 1938, nato per la verità a Villa Banale, ma cresciuto fin da piccolo a Carisolo dove celebrò anche la sua prima messa, è il meno giovane. Persona colta, molto impegnato, è un prete d'antico stampo: allegro quando merita e serio quando occorre. Guida con piglio deciso (nomen omen) la parrocchia di San Lorenzo di Pinzolo. Di poco più giovane, con tre anni di meno, è don Luigi Fedrizzi di Sant'Antonio di Mavignòla, dove torna appena può a trovare i familiari e i parenti e a ritemprarsi il fisico e lo spirito dalle fatiche romane. Un'anima candida, tutto disponibilità. E' un salesiano vissuto per diversi anni nei pressi di Verona e poi precettato nella capitale in virtù delle sue doti e delle sue qualità.

Del 1946 è Walter Collini, rampollo di una delle più antiche e famose famiglie di guide e di alpinisti dell'Adamello e del gruppo di Brenta. La sua fu una scelta generosa e coraggiosa insieme. Partì giovanissimo per il Brasile quando non era ancora prete. Là divenne sacerdote e condivise il pane con i più poveri nello stato del Rio Grande do Norte. Attualmente è parroco nella cattedrale di Mossorò. Proprio in questi giorni ha fatto una scappata a Pinzolo per visitare i nipoti.

Dieci anni più giovane di lui è monsignor Giulio Viviani, conosciutissimo sia a Trento per il suo apostolato in duomo, sia a Roma, dove trascorse quasi vent'anni come cerimoniere al servizio di diversi pontefici, in particolare di papa Wojtyla che accompagnò spesso nei suoi viaggi, fra cui, memorabile, quello a Cuba da Fidel Castro. Tornato da poco in Trentino ha messo la sua notevole esperienza a disposizione della diocesi, dove si occupa di tante cose: pastorale giovanile, collaboratore di Vita trentina, insegnante. Nel 1962 nasce monsignor Lauro Tisi. E' l'attuale vicario del vescovo e docente in seminario. Uomo concreto, di poche parole, misurate, sempre illuminanti, una persona che ispira fiducia, molto benvoluto. Viene da una delle famiglie patriarcali di Giustino, custode dei valori della tradizione. Di solo un anno più giovane di lui è don Ivan Maffeis di Pinzolo, che proprio domenica ha festeggiato i 25 anni della sua ordinazione sacerdotale. Dopo i primi anni di apostolato a Mori e a Ravina, ha diretto per due lustri Vita Trentina e poi ha preso il volo per Roma, vicedirettore dell'Ufficio comunicazioni della Cei, e da una settimana, presidente dell'ente del Cinema... domani chissà dove arriverà. Di straordinarie sensibilità e intelligenza, sa coniugare la sua vasta cultura con l'umiltà, soprattutto sa fare propri i problemi degli altri e condividerne le esperienze. Il più giovane di tutti è don Stefano Maffei, cugino di monsignor o Viviani (sono figli di sorelle), parroco a Canazei dopo essere stato cappellano ad Arco. E' nato il 15 novembre 1972 : il 16 novembre è il compleanno di don Giulio e il 18 novembre quello di don Ivan: tutti e tre appartenenti al segno dello scorpione. Amante della montagna e molto sportivo, è il Thoeni dei sacerdoti. Orbene sette sacerdoti su 4.000 anime (di sicuro andranno tutte in paradiso...). Se nel resto del Trentino ci fosse questa percentuale di sacerdoti rispetto alla popolazione si avrebbero più di 700 ministri del culto e tutte le parrocchie col proprio curato. Invece, i preti sono sempre più rari.

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