Pil 2016: la stima cala da 1,1% a 0,5% 

I dati dell’Astat smentiscono quelli provinciali. Critiche da Fraccaro e Fugatti



TRENTO. «Trentino sull’orlo del baratro» e «fallimento economico del centro sinistra». Sono le reazioni alla stima dell’Istituto statistica dell’Alto Adige (Astat) che vede dimezzata la crescita del Pil Trentino, stimata per il 2016 dell’1,1% rispetto all’anno precedente da parte dell’Ispat, ed invece ferma allo ,05%. Lo scorso settembre infatti l’Istituto di statistica del Trentino aveva stimato la crescita dell’1,1%, superiore a quella nazionale che era stimata allo 0,9% e comunque inferiore all’aumento dell’Alto Adige, che è del 2,2%.

Dati che sembrerebbero così smentire le previsioni ottimistiche sempre presentate dal governo provinciale. E, come si diceva, le reazioni delle opposizioni non sono tenere. Scrive il deputato Riccardo Fraccaro (M5S): «Il centrosinistra sta trascinando la Provincia di Trento verso l'orlo del baratro: la revisione al ribasso del Pil 2016 da parte dell'Astat, che passa dall'1,1% di settembre allo 0,5, è la pietra tombale sulle politiche della giunta provinciale. È il disastro economico della coalizione Pd-Patt-Upt». «Rossi e i suoi alleati renziani e dellaiani - aggiunge - sono riusciti a stroncare la produttività del territorio e a deprimere l'economia reale. Il M5s ha proposto un pacchetto di misure per lo sviluppo, a partire dalla abolizione dell'Irap alle imprese e dall'azzeramento dell'addizionale Irpef ». Interviene anche Maurizio Fugatti, segretario della Lega Nord: «In pratica le previsioni della Provincia sarebbero il doppio rispetto al dato definitivo reale. Oltre a ciò sarebbero confermati i nostri timori, già dichiarati nei mesi scorsi nell’aula del consiglio provinciale, che vedono il Trentino crescere molto meno del dato medio italiano. Viene così a cadere quel dato psicologico che prevede che il Trentino abbia una crescita sempre superiore al dato medio italiano. Nel 2016 ciò non avverrebbe e l’Italia, che ingloba anche le zone meno sviluppate del mezzogiorno, riesce a fare molto meglio della Provincia di Trento». Ricorda Fugatti: «Quando avevamo paventato tale ipotesi in consiglio provinciale il presidente Rossi aveva dichiarato che facevamo “terrorismo economico” spiegando che il dato definitivo avrebbe visto sicuramente il Trentino fare meglio del Paese Italia. Si tratta di uno scenario molto grave che dimostra come le politiche economiche degli ultimi anni portate avanti dalla giunta provinciale non riescono a garantire la crescita e gli investimenti per far ripartire il Pil provinciale. Serve un’iniezione pesante di minore burocrazia, minori tasse, minori vincoli amministrativi».













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