Pestata a sangue dall’ex dopo la disco 

I due sono trentini. La ragazza, 23 anni, aveva accettato di andare a ballare a Bolzano con il giovane che poi l’ha presa a calci in faccia


di Paolo Tagliente


BOLZANO. Era salita a Bolzano per passare una serata serena, all’insegna della musica. E sarebbe andata così se, alla fine di tutto, non fosse stata brutalmente pestata dal suo ex ragazzo. Quel ragazzo che diceva di amarla e che aveva cercato in tutti i modi di riconquistarla. Vittima della brutale aggressione una ragazza ventitreenne trentina che, sabato sera, si trovava a Bolzano per ballare al Life Club, in zona industriale.

La casa scatenante di tante furia? L’aver lasciato il ragazzo, qualche mese fa. Quello stesso ragazzo - anche lui trentino - che, all’esterno del locale, l’ha presa a calci in faccia, colpendola anche al torace e alle braccia. Una violenza inaudita e inattesa. Inattesa perché dopo mesi di messaggi pieni di rabbia e di insulti ricevuti dall’ex, alla fine, la ragazza aveva accettato la richiesta di un riavvicinamento, tanto che sabato erano saliti insieme nel capoluogo altoatesino.

I due avevano passato la serata nel locale e poi, attorno alle 5 del mattino, erano usciti. Lì è scattata la rabbia del ragazzo. Cosa l’abbia fatta esplodere non è chiaro. Forse qualche bicchiere di troppo, forse qualcosa che la giovane ha detto o forse l’improvvisa presa di coscienza che il loro rapporto non fosse più recuperabile.

Non è chiaro perché, di quegli attimi di violenza, la povera ragazza non ricorda nulla di quanto accaduto. Probabilmente i suoi ricordi sono stati cancellati dai violenti colpi al capo e dallo choc. Una sola cosa le è rimasta ben impressa. Ed è una cosa terribile perché, anche questa volta, chi ha assistito alla scena e avrebbe potuto intervenire, non l’ha fatto. L’indifferenza è la sola cosa che ricorda distintamente. Indifferenza assoluta. Nemmeno una telefonata al 112 per fare intervenire carabinieri o polizia. Nulla. Tanto che il ragazzo, sfogata la sua rabbia sulla poveretta, ha potuto allontanarsi indisturbato, salire sulla sua auto e tornare in Trentino. E dire che alla scena devomo aver assistito in molti. A quell’ora c’è l’uscita dal locale e nessuno ha pensato di aiutare la giovane, di difenderla da tanta furia.

La giovane, invece, dolorante, sanguinante e sotto choc ha dovuto farsi accompagnare in stazione e tornare a casa in treno. Un incubo. Un incubo da cui la ventitreenne ha tentato di uscire, recandosi regolarmente al lavoro, domenica mattina. Tentativo fallito perché il suo volto tumefatto non poteva non raccontare a tutti il dramma vissuto poche ore prima. Una situazione pesantissima, ulteriormente aggravata dalla scelta dell’ex fidanzato di presentarsi sul posto di lavoro della giovane per chiederle scusa di quanto accaduto poche ore prima. Ovviamente, disperato. Come da copione. Una disperazione falsa e meschina che più che una presa di coscienza del male fatto sembrava essere una mossa dettata dal timore di finire nei guai. Un tentativo per evitare che la ragazza lo denunciasse.

Una mossa, comunque, inutile. Perché, nella serata di domenica, la ventitreenne si è presentata al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara di Trento, dove è stata sottoposta agli esami che hanno evidenziato un occhio pesto e una serie infinita di ematomi ed ecchimosi al volto, alle braccia e anche alle gambe. Immediata, come da prassi in casi di aggressione, dalla struttura sanitaria è partita la segnalazione all’autorità giudiziaria. A quella denuncia, ieri, se n’è aggiunta un’altra, presentata ai carabinieri di Trento dalla ragazza stessa che, sempre ieri, s’è rivolta anche al centro antiviolenza di Trento.

Perché l’errore più grave che si può commettere in questi casi è quello di farsi sopraffare da assurdi sensi di colpa o dalla vergogna, di non chiedere aiuto e non porre un argine a questi comportamenti. La ragazza, invece, ha fatto l’unica cosa che va fatta: denunciare.













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