«Pericolo orso», spuntano i cartelli tra Paganella e Bondone

Li ha installati la Provincia dopo l’aggressione di Cadine Gli esperti: «Il plantigrado è in amore e sovraeccitato»


di Luca Petermaier


TRENTO. Cari amanti delle passeggiate nei boschi, che frequentate preferibilmente le zone tra la Paganella, il Monte Gazza e il Bondone, sappiate che potreste imbattervi in un orso «che ha perso il senno» e che è «sovraeccitato perché entrato nella stagione degli amori». Il poco confortante identikit l’hanno redatto gli uomini della Forestale della Provincia dopo la brutale aggressione del podista avvenuta a Cadine. Gli stessi forestali sono abbastanza sicuri che il plantigrado che ha attaccato Wladimir Molinari sia lo stesso che ha aggredito qualche settimana prima l’altro podista sopra Zambana.

La situazione, dunque, è di allarme rosso. Tempo da perdere non ce n’è. E così la Provincia è corsa ai ripari come ha potuto. E, in attesa che entri a regime il nuovo sistema di avvertimento e informazione sulla presenza dei plantigradi sul territorio, sono stati installati nella zona critica che va dalla Paganella al Bondone dei cartelli di «pericolo orso». I segnali sono come quello che vedete a destra (fotografato ieri in Bondone) e avvisano gli escursionisti di tutta una serie di consigli utili: non cucinare all’aperto la sera; evitare escursioni notturne; non provocare l’orso. Ma anche consigli decisamente più “invasivi” e “condizionanti”, come «evitare escursioni in bici», «evitare di portare con sè bambini e di parlare a voce alta». Su Facebook, condividendo l’immagine del cartello, qualcuno ha commentato che allora «tanto vale starsene a casa» e forse è quello che molti trentini preferiranno fare finché l’orso problematico non verrà catturato.

Anche ieri la Forestale ha presidiato il territorio, sistemato trappole e dato la caccia al plantigrado. Che però non si è fatto trovare. Le analisi sui suoi residui organici permetteranno di capire se si tratta di un discendente degli orsi immessi con Life Ursus o di un esemplare “straniero” grazie agli alberi genealogici ricostruiti dalla forestale.

Quanto ai cartelli di pericolo - fanno notare i forestali - sono rivolti più ai turisti che non ai trentini, che la presenza dell’orso già dovrebbero averla interiorizzata. Ma se lo si dovesse incrociare sulla propria strada? Il consiglio della Forestale è il seguente: «Farsi piccoli e indietreggiare piano, magari nascondersi dietro ad un albero. Insomma: fingere sottomissione».













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