Pensionati ridotti in mutande«A noi la fame, ai politici il vitalizio»

Singolare sfilata dei sindacati a Trento: in 500 sfilano in "intimo". La testimonianza di chi vive con 700 euro lordi al mese. «Bisogna approvare subito la legge sulla non autosufficienza»



Erano oltre 500 i pensionati che ieri a Trento hanno sfilato per le vie della città per protestare contro le pensioni troppo povere e per dire “basta” ai super stipendi di assessori e parlamentari. A piedi quelli della Cgil, con il segretario provinciale Bruno Dorigatti in mutande, in automobile quelli di Cisl e Uil. Punto d’arrivo dei tre cortei il Palazzo della Provincia in Piazza Dante dove è stato inscenato un sit in di protesta. Una delegazione è stata successivamente ricevuta dall’Assessore Marta Dalmaso, alla quale è stato consegnato un particolarissimo “pacco dono”.

 Pensionati in piazza anche per i giovani. «Perché nella nostra provincia ci sono troppi precari. E i precari di oggi sono i poveri del domani» si leggeva in uno dei manifesti appesi al “Muro dei privilegi”, una raccolta d’articoli di giornale riguardanti le pensioni dei lavoratori italiani e sugli stipendi di parlamentari, assessori e compagnia.
 Le prime bandiere in Piazza Dante sono state quelle azzurre della Uil con distribuzione di volantini ai passanti. Alle 9.45 erano circa una ventina i manifestanti, tutti molto “carichi” e con un paio di “capicoro” scatenati.

 Verso le 10.30 si sono uditi in lontananza i clacson del corteo automobilistico organizzato dalla Cisl. Partenza dal piazzale ex Zuffo (con qualche problema perché la polizia municipale temeva ingorghi e ha bloccato inizialmente le auto), carosello sino in via Brennero e poi arrivo in via Alfieri con le bandiere fuori dal finestrino. Parcheggio “selvaggio”, altrimenti non si poteva fare, davanti al Palazzo della Regione, e traffico in tilt per una buona mezz’ora, nonostante l’intervento dei vigili.
 Il numero dei presenti è cresciuto vertiginosamente, ma il meglio doveva ancora arrivare.

 Alle 11.15 ecco arrivare il “serpentone” della Cgil e, tra lo stupore generale, ad aprire il corteo era il segretario provinciale Bruno Dorigatti. In mutande, ma con tanto di giacca, cravatta e tuba. «Per sottolineare la drammatica situazione di povertà in cui versano molti pensionati - ha spiegato Dorigatti -, ma allo stesso tempo per evidenziare la profonda dignità con cui, comunque, stiamo vivendo questa situazione di disagio».

 Dietro di lui una decina di altri manifestanti in mutande, l’asinello che mostrava un cartello sul quale era scritto “anch’io cerco un posto con vitalizio garantito” e tantissimi pensionati (300 circa) con bandiere, fischietti e palloncini.  «I pensionati non hanno alcun privilegio - ha sentenziato Zambelli della Fnp-Cisl -, a differenza di altre categorie come, per citarne una a caso, i politici».

 «Nella nostra provincia - gli ha fatto eco Lucchini della Uil - la pensione media è di 734 euro al mese, con un terzo dei pensionati che non raggiunge i 500 euro. Una volta 734 euro significavano un milione e mezzo, adesso valgono quanto 734mila lire. Il valore si è dimezzato e le prospettive sono drammatiche».

 Dopo qualche slogan al megafono (“grazie per la finanziaria così equa” oppure “meno soldi ai poveri e più ai politici”) ecco che arriva la comunicazione attesa: l’assessore provinciale per le politiche sociali, Marta Dalmaso, ha ricevuto una delegazione (numerosissima) dei manifestanti. Alla Dalmaso è stato consegnato un “pacco dono” contenente le fotocopie dei cedolini di un buon numero di pensionati, per meglio rendere l’idea di quello che i rappresentanti dei pensionati definiscono «un vero e proprio dramma».

 La richiesta è stata precisa: la legge sulla non autosufficienza deve essere approvata in tempi brevi per poter così sostenere quei tanti pensionati i cui vitalizi non bastano a garantire un tenore di vita quantomeno decente. La Dalmaso non ha potuto far altro che constatare e ammettere «che l’iter in Consiglio si è inspiegabilmente bloccato: dobbiamo farlo sbloccare al più presto. Non me la sento di fare promesse, ma mi farò carico della vostra causa».

 Alla manifestazione sono intervenuti anche il consigliere provinciale di Rifondazione Comunista, Agostino Catalano, e l’avvocato Francesco Romano, che ha dispensato utili consigli sul sistema pensionistico.













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