Pd-Dellai, l’accordo ancora non c’è

Vertice di maggioranza sul Senato: posizioni distanti sul vincolo per i candidati a sostenere un governo di centrosinistra


di Chiara Bert


TRENTO. L’accordo Pd-centristi sui collegi del Senato non c’è, almeno non per ora. Il test trentino dell’alleanza tra democratici e montiani - come ha scritto ieri il Corriere della Sera - ancora non è maturo. Ieri il vertice regionale del centrosinistra autonomista, convocato nella sede del Pd trentino, è durato due ore, presenti tutte le forze della coalizione (Pd, Upt, Patt, Udc, Verdi, Idv, Psi) senza però la Svp, impegnata a Bolzano in un braccio di ferro con il Pd sulla candidatura nel collegio del Senato Bolzano-Bassa Atesina (di cui riferiamo nell’articolo in basso).

E proprio la mancanza di una cornice regionale, che rischia di penalizzare il Pd trentino, ieri ha complicato la trattativa. Il segretario Michele Nicoletti ha ribadito che «serve un accordo chiaro nei confronti degli elettori, con un vincolo ai futuri senatori di sostenere un governo e un candidato premier di centrosinistra» e che «per quanto ci riguarda l’intesa dovrà essere ratificata a livello nazionale da Bersani». L’Upt, che con Vittorio Fravezzi ha ricordato come l’Unione «sia diversa dalla Lista Monti ma la appoggi», ha evidenziato la complessità di un’intesa tra forze che alla Camera si presentano concorrenti, da un lato il Pd e Sel (con Svp e Patt impegnate a sostenere Bersani premier), dall’altra Scelta Civica-Upt con l’Udc (a sostegno di Monti). «Non chiedeteci di essere il Pd o il centro democratico di Tabacci», ha detto Fravezzi, pur ribadendo la «volontà di arrivare a un accordo». Per quanto riguarda il Patt, il segretario Franco Panizza ieri ha evitato di esporsi troppo in attesa che si ufficializzi l’intesa tra Pd e Svp, ma è parso stizzito quando il consigliere ladino Luigi Chiocchetti ha preannunciato il suo appoggio alla lista di Dellai.

Silenzio eloquente da parte della delegazione Udc guidata dal segretario provinciale Ivo Tarolli, che nei giorni scorsi aveva chiesto all’alleato Dellai di avere un proprio candidato nella ripartizione dei collegi del Senato.

Da qui a domani - quando la coalizione tornerà a riunirsi - alcune caselle saranno riempite: a partire dal collegio di Bolzano-Bassa Atesina e dalla lista Pd alla Camera. Roberto Pinter, che ieri ha affiancato Nicoletti nella delegazione, è convinto che «le distanze non sono così forti, c’è la consapevolezza che la coalizione provinciale va tenuta saldata» anche in vista delle prossime elezioni provinciali di autunno. Per Mario Magnani (Misto) non si può «avere chiarezza alla Camera e confusione al Senato, la divisione provinciale è un’occasione persa ma dev’essere chiaro l’appoggio a Bersani».

Ma sulle possibilità di arrivare ad un accordo pesano anche i diktat nazionali, come il posto di capolista del Pd alla Camera per l’uscente Gianclaudio Bressa, premiato in quanto artefice dell’accordo con la Svp. La sua candidatura farebbe slittare al secondo posto Nicoletti e al terzo la deputata altoatesina Luisa Gnecchi, retrocedendo così al quarto la giovane renziana Elisa Filippi, seconda eletta nelle primarie trentine. Dunque un solo trentino e due altoatesini, come nel 2008. L’ultima parola sulla lista arriverà oggi dalla direzione nazionale. Intanto sull’accordo con i centristi al Senato pende anche il no di Sel, che ieri al segretario del Pd ha confermato: «Non possiamo accettare un atteggiamento politicamente schizofrenico di sostegno a un candidato dellaiano che sostiene Monti premier», spiega Emilio Arisi, «le cose cambierebbero se ci fosse un vincolo preciso ai candidati a sostenere un governo di centrosinistra; e molto dipenderà anche dal profilo dei nomi in campo». Strade già divise invece quelle di Verdi e Idv, che correranno con il simbolo «Rivoluzione civile» di Ingroia. «Il Pd nazionale non ci ha accettato - ha detto Marco Boato (Verdi) - ci si rivedrà per le provinciali».

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