Pattinaggio: rivincita della Kostner, è bronzo ai mondiali

A Mosca il riscatto della campionessa gardenese che è salita sul podio iridato



MOSCA. Mosca, crocevia della storia e delle storiche imprese, passate e presenti, di Carolina Kostner. Mosca, la metropoli dall’aspetto severo ma dal cuore gentile per essere corsa in soccorso al terremotato Giappone pronta ad allestire in un mese una rassegna mondiale. L’aria della capitale russa, carica di smog e ancora frizzantina dopo il rigido inverno, ancora una volta trasmette qualcosa di magico nel cuore e nell’anima della campionessa altoatesina. Ormai abbiamo capito che la gardenese è un’altalena di emozioni.
Prima su, poi giù, poi ancora su fino a toccare il cielo, poi sparisce dentro un tunnel che pare senza aver via d’uscita, viene sommersa di critiche, ma poi trova ancora la forza di tornare in alto. Insomma, Carolina non è finita come spesso tutti quanti l’avevamo data.
Ieri pomeriggio a Mosca, possiamo azzardarci di dire, nella “sua Mosca”, è stata ancora una volta grande. Ha incantato se stessa e tutti gli altri. Nel marzo di sei anni fa, ad una manciata di chilometri più a sud, al Luzhniki Palace, una giovanissima emergente Carolina mostrava al mondo il suo talento vincendo lo stesso metallo di ieri. Ma oltre a questa nuova splendida medaglia, che va ad aggiungersi all’argento iridato di Göteborg 2008, ai tre ori, due argenti ed un bronzo in Europa, ciò che lascia più felici, e nello stesso tempo fiduciosi fino a quando lei ci comunicherà il ritiro dal pattinaggio, che anche se è tra le “vecchiotte” (alla faccia dei 23 anni compiti da qualche mese!) è sempre più competitiva. Insomma, volano gli anni e Caro si rafforza psicologicamente e tecnicamente.
Va sottolineato che, anche se è stato un free program caratterizzato da qualche caduta di troppo, il livello era molto alto e con parecchie atlete con le carte in regola per salire sul podio.
Con una grinta e determinazione mai viste, l’azzurra è stata capace di risalire dal sesto posto alla medaglia di bronzo. Fenomenale, considerando che siamo ad un Mondiale dove sconti ed abbuoni restano fuori dal palazzo ghiacciato. Carolina ha sconfitto anche il pubblico accorso numeroso sugli spalti della Megasport Arena per acclamare le loro beniamine cercando di sospingerle verso podio. Invece, per Alena Leonova e soprattutto Ksenia Makarova solo lacrime di tristezza.
La prima ha “vinto” la classica medaglia di cartone, la seconda, brava ad ammazzare la tensione di scendere per ultima sul ghiaccio con la responsabilità di entrare nelle tre, ha pagato molto caro la caduta sul triplo loop raccogliendo alla fine solo un nono posto.
Lacrime di gioia a fiumi sul visto della “Principessa del ghiaccio” di Ortisei che, realizzando il personale nel programma lungo, ha chiuso a quota 184,68 punti, stessa sequenza di numeri che aveva già ottenuto tre anni fa in Svezia quando si era messa al collo l’argento. Insomma, una Kostner precisa anche nelle cifre. Precisa è pulita è stata la sua esecuzione pattinata sulle note Pomeriggio di un fauno di Claude Debussy e splendidamente coreografata.
Il primo elemento tecnico è un “gigante” triplo flip seguito da un’altrettanto buono doppio Axel. Dopo la sbavatura sull’atterraggio della combinazione doppio Axel - triplo toeloop, “preso per i capelli” (come si dice in gergo), il compatto e veloce triplo Salchow.
Al semplice loop in combinazione col doppio toeloop, Carolina ha salvato a fatica il triplo loop. Bella come sempre nelle trottole di livello 4, la fuoriclasse italiana ha chiuso il mondiale con una compatta combinazione triplo Salchow - doppio toeloop - doppio toeloop. Superbi i components, quasi tutti sopra l’8. Alla fine non resta che dire: “Spasiba bolshoi Mockba!” (grazie tante, Mosca!).

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