Paternità cancellate, è boom di cause

Decine di donne chiedono che il tribunale tolga la potestà genitoriale agli ex


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Non solo rischiano di andare in prigione, ma i padri di questi tempi corrono anche il pericolo di perdere i propri figli. O almeno la potetà genitoriale. I procedimenti in corso, sia presso il Tribunale ordinario che in quello per i minori, sono aumentati di dieci volte nel giro di pochi anni. In genere sono le madri a chiedere il disconoscimento della potestà per i padri assenti.

Con la crisi i padri separati non pagano più l'assegno di mantenimento. Sono sempre di più quelli che vengono processati per questo e, secondo la tendenza ormai in voga in molti tribunali, rischiano di finire in carcere, visto che i giudci non concendono il beneficio della sospensione condizionale della condanna. Ma la mancanza di soldi porta con sé anche conseguenze più profonde che rischiano di minare alla base il rapporto con i figli. Lo si nota dall'aumento esponenziale nei tribunali italiani, e Trento non è un'eccezione, delle cause per disconoscimento della potestà genitoriale. A Milano, si è passati da 107 casi nel 2002 a 1217 casi nel 2011. L'impennata c'è stata soprattutto a partire dal 2008. Guarda caso proprio con l'avvento della crisi.

Cosa è successo? E' successo che i padri, in genere, hanno iniziato ad avere meno soldi. Così non solo in molti casi hanno smesso di pagare il mantenimento, ma si sono proprio disinteressati dei figli.

Così sono partite le cause. A Trento sono decine. Vanno sommati i casi del tribunale dei minori con quelli del tribunale ordinario. Infatti, per le coppie di fatto è competente il primo, mentre per le coppie unite da matrimonio è competente il secondo. Il disconoscimento della potestà genitoriale comporta la perdita del diritto a intervenire nella vita del figlio. La potestà dei genitori, definita dall'articolo 317 bis del codice civile è l'insieme dei poteri e dei doveri che il genitore esercita nell'esclusivo interesse del figlio minore. In quest'ambito quindi rientrano tutte le scelte in materia di educazione, ma anche di salute e di relazione. La potestà spetta a entrambi i genitori e può essere esercitata anche disgiuntamente per i cosiddetti atti di ordinaria amministrazione, mentre la devono esercitare insieme per gli atti più importanti.

Il giudice può far decadere dala potestà genitoriale i genitori che dimostrano, con il loro comportamento, di disinteressarsi dei figli. Come prevede l'articolo 330 del codice civile il tribunale «può dichiarare la decadenza dalla potestà del genitore che viola o trascura i doveri ad essa inerenti». Tra i casi giacenti al Tribunale dei minori c'è la richiesta avanzata da una donna con due figli di 9 e 7 anni. L'ex convivente non vede le figlie dal 2008 e dal 2009 non versa l'assegno di mantenimento. L'uomo si è trasferito in Sardegna e non si è mai interessato molto delle bambine. Spesso le lasciava presso i nonni e non le andava mai a trovare. La casa dei nonni si trovava anche in una zona colpita dagli incendi, alcuni anni fa, e l'uomo non si è dato da fare per soccorrerle. Adesso la madre delle bimbe si è stufata e ha chiesto che all'uomo venga tolta la patria potestà.

In un altro caso, più recente, è stato addirittura il pubblico ministero presso il Tribunale per i minori Fabio Biasi a chiedere che venisse interotto il diritto di visita del padre. Questo perché l'uomo riversava sul bambino di 5 anni continue lamentele nei confronti dell'ex moglie. La donna ha chiesto prima l'affido esclusivo del bambino e poi si è mosso il pm.













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