Passo Fedaia già chiuso E scoppia la polemica

Da Rocca Pietore l’attacco di De Bernardin: «La Provincia di Trento del protocollo sottoscritto nel 2002 con la Regione Veneto se ne infischia»



CANAZEI. Passo Fedaia, ricomincia il calvario. È arrivata la neve e con essa, puntuale, anche la chiusura del valico che collega il Comune di Rocca Pietore con la trentina Canazei e la Val di Fassa. Sempre la stessa la causa: pericolo valanghe. «Una chiusura dovuta ai problemi sul versante trentino», precisa il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, che ha preso posizione sul Corriere delle Alpi.

«Ci hanno detto che la prossima settimana, tempo permettendo, cercheranno di riaprirlo, ma siamo nel campo delle ipotesi. La verità è che per noi è ricominciata la Via Crucis: facile prevedere, infatti, che anche stavolta le chiusure saranno più numerose delle aperture invernali».

Ma le condizioni meteo non sono le uniche “imputate”, come sottolinea un inviperito De Bernardin: «La Provincia di Trento continua ad infischiarsene del protocollo sottoscritto nel 2002 con la Regione Veneto. Documento dove l’articolo 5 recita chiaramente che le parti si impegnano allo sviluppo unitario della Marmolada, con particolare attenzione alla viabilità, soprattutto nella parte trentina del passo Fedaia. La Provincia di Trento, come ricordato nella lettera che il presidente Zaia ha recentemente inviato alla nuova presidenza trentina, dovrebbe mettersi nell’ordine delle idee che un passo di un’importanza così notevole come il Fedaia, che è sotto la Regina delle Domolomiti, la Marmolada, non può essere di interesse solo per la parte veneta».

Sull’altro versante, però, il messaggio continua a non essere captato. «Dopo gli interventi di messa in sicurezza realizzati negli anni ’90, con la realizzazione di gallerie e tettoie paravalanghe, tutto è rimasto fermo. E considerando che il versante più pericoloso è quello trentino, non vedo perchè ad essere danneggiata, pesantemente, debba essere sempre la Val Pettorina. Da 20 anni subiamo un vero e proprio isolamento viario e turistico, disastroso per questo territorio. Lo subiamo, sottolineo, perchè è una condizione che ci viene imposta. E non appelliamoci alla mancanza di risorse: recentemente sono stati realizzati importanti lavori di questo tipo, con tettoie paravalanghe, sulla strada fra i villaggi di Caoria e Canal San Bovo. La Provincia di Trento, dove vuole, i soldi li ha e li sa spendere».

La speranza è che con il cambio della presidenza, la Provincia di Trento torni a rispettare il protocollo. «A più riprese abbiamo chiesto alla Regione di intervenire, siamo stufi. Non può essere che il Fedaia sia l’unico passo dolomitico chiuso e che sistematicamente i pendolari, come i turisti, siano costretti ad utilizzare il Pordoi o il San Pellegrino, con conseguente aumento dei tempi di percorrenza e dei costi».

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