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Passeggino «ricettato»: condannata a 3 mesi una giovane mamma

L’episodio a Ledro, ieri la sentenza del giudice Pascucci. La donna si era giustificata così: «L’ho trovato tra i rifiuti»



LEDRO. Ha tutte le caratteristiche per fare a suo modo scuola, la sentenza con la quale il giudice Corrado Pascucci ha condannato ieri mattina una giovane mamma di origine rumena accusata nientemeno che di ricettazione per essere stata trovata con un passeggino non suo. I fatti risalgono al giugno di due anni fa: una coppia ledrense aveva da poco avuto un figlio e per praticità lasciava sempre il passeggino nel giroscale del condominio in cui ridiede.

Un giorno però il passeggino sparisce: quando la donna scende con il figlioletto in braccio, non lo trova dove era abituata a lasciarlo. Così la famiglia si trova costretta a comprare un altro passeggino, ma qualche giorno più tardi, passeggiando nella zona, mamma e papà notano una giovane spingere un passeggino identico al loro. Lo osservano bene, e si cavano gli ultimi residui dubbi: è proprio lo stesso, lo riconoscono da alcune modifiche che lo rendono a suo modo un “pezzo unico”. Ma per evitare spiacevoli piazzate in pubblico, preferiscono seguire la donna fino a casa.

Quando la giovane mamma prende il bimbo in braccio perportarlo a casa. la fermano e le chiedono conto dal passeggino. «È mio» risponde lei sicura. «Non è possibile, questo è nostro» spiega la giovane coppia indicando i segni di riconoscimento. A questo punto la donna spiega di averlo trovato tra i rifiuti, in un’isola ecologica. Ma a questo punto scatta la querela, per ricettazione: non è infatti consentito prendere oggetti non propri, anche se in apparenza incustoditi. Il giudice Pascucci ha così condannato la donna, che oggi ha 32 anni, a 3 mesi di reclusione e 200 euro di multa.













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