Partito del Trentino, il Patt a Dellai "Va bene, ma non da comprimari"

"Siamo disponibili al confronto - spiega il segretario delle Stelle Alpine Ugo Rossi - ma non non faremo i comprimari. Senza di noi il partito di Dellai non avrebbe alcun elemento di novità"



TRENTO. Il «Partito del Trentino» si farà, ma ad alcune condizioni. Dal Patt - la seconda gamba del nuovo progetto - arriva un freno alla proposta del presidente Dellai di andare oltre l’Upt. «Siamo disponibili al confronto - spiega il segretario delle Stelle Alpine Ugo Rossi - ma non non faremo i comprimari. Senza di noi il partito di Dellai non avrebbe alcun elemento di novità».
La lunga intervista rilasciata ieri al nostro giornale dal presidente Dellai ha colto di sorpresa i vertici del Patt. Non che il progetto di un nuovo e più ampio partito territoriale fosse una novità dentro la coalizione. Anzi. Ciò che preoccupa gli autonomisti è però lo scatto in avanti del governatore secondo il quale «l’Upt deve partire con questo progetto, a prescindere da ciò che deciderà il Patt». Il segretario Rossi frena: «Qui nessuno comanda e nessuno può avere la presunzione di porre primogeniture sul progetto, anche perché senza la presenza degli autonomisti il partito nascerebbe monco». Fatte queste premesse il segretario delle Stelle Alpine ha le idee già molto chiare: «Dovremo muoverci su tre fronti. In Trentino, a Bolzano sfruttando i nostri rapporti con l’Svp e a Roma, dove Dellai può rivelarsi un aiuto importante». Rossi è consapevole dei limiti raggiunti oggi dal suo partito: «I tempi richiedono oggi uno sforzo per allargare l’area dell’autonomismo, ma guai a fare trucchi e maquillage, sarebbe inutile fondere i nostri apparati. E’ per questo che il nuovo progetto deve allargarsi anche a coloro che - a sinistra - fanno fatica a ritrovarsi in un Pd che a volte mostra posizioni estremiste. Ma non solo. Penso anche ad alcuni elettori di centro destra che alle politiche scelgono Berlusconi, ma senza troppa convinzione».
Chi rappresenta nel Patt l’anima più tradizionale (e quindi potenzialmente più riottosa ad abbandonare le vecchie posizioni) è Franco Panizza. Il quale, in realtà, si dimostra quanto mai pronto a compiere il «salto di qualità nella direzione del partito unico territoriale». Sotto questo profilo, dunque, la sintonia ai vertici del Patt è massima. Lo è nella necessità di andare oltre le Stelle Alpine e nella presa d’atto che gli autonomisti, da soli, non possono diventare protagonisti della scena politica. Ci sono alcuni però. «Nelle parole di Dellai - spiega l’assessore - non ho colto quali sarebbero i segni della novità. Parlare di Unione per il Trentino o Partito del Trentino non cambia granché, a meno che non si consideri il Patt come una gamba fondamentale del progetto quando si punta ad un nuovo partito territoriale». Panizza si dice contento della volontà del presidente Dellai di porsi come riferimento politico del nuovo movimento: «Ma attenzione a voler far da soli, perché senza di noi si partirebbe con il piede sbagliato. Ci vorrà massimo rigore nella definizione dei principi ispiratori che io vedo simili a quelli che ispirarono l’Asar. E dovremo anche chiarire quale sarà la posizione di fronte allo schema nazionale, posto che un partito territoriale e autonomista non può riconoscersi in alcuna realtà politica nazionale. Non siamo disponibili ad una sorta di nuovo Pd territorializzato».
Infine il consigliere provinciale del Patt Mauro Ottobre si dichiara entusiasta della proposta: «Personalmente credo che il presidente Dellai sia una figura di alto livello e per il momento non vedo successori, anzi sarei favorevole a un nuovo disegno legge per togliere il limite di mandato per il presidente della Provincia».

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