Parte la resa dei conti con Roma

Lunedì pomeriggio vertice tecnico a palazzo Chigi. Dellai: «Ma all’incontro politico vogliamo parlare con Monti»


di Robert Tosin


TRENTO. Non sarà la settimana decisiva, ma l’incontro di lunedì a Roma fra i tecnici dei ministeri economici e i vertici dirigenziali delle Province di Trento e Bolzano costituisce un punto di ripartenza del confronto, finito alla deriva, fra le Autonomie e lo Stato centrale. Era un incontro, questo, che pareva non dovesse mai arrivare, ma l’intervento del presidente Napolitano è servito per smuovere un governo che forse non aveva alcuna intenzione di affrontare la difficile partita. «Noi ci presentiamo al governo con la proposta del 2 febbraio, questo è sicuro» dice lapidario Lorenzo Dellai. Il quale si augura di trovare come interlocutore principe lo stesso Mario Monti. «Dopo l’incontro fra tecnici, spero proprio che al confronto politico si presenti il presidente del consiglio. Certo, non pretendiamo che segua tutto il confronto passaggio per passaggio, ma prima, dopo o durante vorremmo che ci fosse». Per ribadirgli alcune cose fondamentali, «che non riguardano i 10, 20 o 30 milioni che pure hanno il loro peso, ma per evitare lo scardinamento dei meccanismi finanziari. Ci serve stabilità a lungo termine per poter fare i nostri bilanci».

Il primo passaggio sarà dunque domani alle 17 a palazzo Chigi dove Ivano Dalmonego e il suo omologo altoatesino incontreranno i tecnici dei ministeri per mettere in fila richieste e prospettive. Nel giro di qualche giorno dovrebbe poi essere convocato il tavolo politico, perché tutta la partita delle deleghe richieste dalle Province in cambio di risparmi milionari per lo Stato hanno bisogno dell’avallo di ministri e presidenti, prima di affrontare le norme attuative su un tavolo più tecnico.

I temi sul tavolo sono essenzialmente cinque: la riserva all’erario (cioè quella quota di tasse che Roma vorrebbe da Trento per tappare la falla del debito pubblico), il patto di stabilità, le quote trattenute dallo Stato (in attesa che si definisca la questione con le Province), la difesa delle competenze e i nuovi strumenti richiesti dall’autonomia.

Non c’è un risultato minimo che Dellai vuole raggiungere, «perché la proposta che abbiamo presentata è organica e lega tra di loro i diversi passaggi. Ecco perché non è possibile scomporla per ottenere una via di mezzo. L anostra autonomia non è solo questione di soldi o di amministrazione. E’ molto di più. Se si illudono di confinarci in un limbo nostalgico del passato si sbagliano di grosso. Forse non è stato notato, ma durante la visita di Napolitano per la prima volta l’Austria ha chiesto il rispetto dell’accordo di Milano che lega l’autonomia trentina a quella altoatesina. E non è secondario nemmeno che Napolitano abbia ricordato il Tirolo storico e il valore europeo della nostra autonomia. Perché il Trentino è aperto e si confronta».

Ma a Roma per il momento fanno i conti sui centesimi, quindi è tutto da vedere se l’appello di Napolitano a non svuotare le autonomie renderà più morbido il confronto con i funzionari statali. La partita non è solo sui soldi, ma anche lì è ora di fare chiarezza. I 600 milioni richiesti alle autonomie non sono ancora stati suddivisi, così come la questione della riserva all’erario non è per niente chiarita. «Abbiamo la necessità di avere stabilità finanziaria per poter mettere in campo le nostre risorse, pur sapendo che anche noi dobbiamo fare la nostra parte».

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