Panizza: bandiere trentine ovunque

L'assessore alla cultura attacca gli Alpini: «Non offendete la nostra storia»


Alessandro Maranesi


TRENTO. «Bandiere tirolesi? Non è che l'inizio, ora aspettatevi un'invasione di quelle trentine». A dirlo è l'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza il quale, commentando l'invasione di quei vessilli in provincia, attacca: «E' la rivendicazione di un'identità a lungo schiacciata e per questo dico agli Alpini: non cantate "Il Piave mormorava": è un'offesa ai vostri nonni».

Sì perché Panizza, gran difensore della tirolesità trentina, non è certo fra quelli che si scandalizzano di fronte alla moda che sembra aver preso d'assalto le nostre valli. «Ma non è una moda - puntualizza -, è un ritorno alla storia, a quella tirolesità cancellata dalla battaglia nazionalista italiana». L'assessore si infervora, ricorda come il territorio «abbia fatto parte per migliaia di anni del Tirolo e che i simboli tirolesi sono un segnale di comunanza di valori e tradizioni».

Solo un ritorno alla storia trentina? No, anche una grande occasione politica. E Panizza lo sa bene. «Può influire il fatto che l'Italia non sia al massimo storico della sua coesione. Ma non è neanche separatismo, è la reazione ad un'ostilità nazionale nei confronti dell'autonomia speciale. La quale, a differenza dei falsi miti leghisti, ha un suo valore storico. E infatti il Patt cresce politicamente».

Rimane un problema, e cioè che quelle bandiere nulla hanno a che vedere col Trentino, visto che della nostrana versione in nero dell'aquila di San Venceslao non c'è traccia su quei pennoni. Ed è qui che Panizza annuncia: «Intanto sono ovunque sugli uffici pubblici, ma vi assicuro che molti privati ce le chiedono con insistenza. Il fatto è però che noi non le diamo e fino a poco tempo fa non si potevano comprare. Ma preparatevi: un'ondata di bandiere trentine è in arrivo. Un'azienda ha iniziato infatti a produrle».

Altro che tricolore, nell'anno in cui il Paese compie i suoi primi 150 anni: «In Trentino c'è ancora qualcuno che non vuole accettare la doppia appartenenza» attacca l'assessore. Che rivela anche chi sono i "colpevoli": «Alcuni esponenti degli Alpini non accettano la loro storia. Io ricordo loro che non si può cantare "Il Piave mormorava" offendendo i loro nonni».

E a chi gli rimprovera di essere lui stesso un fomentatore di queste incomprensioni Panizza ricorda: «Mi rimproverano sulle celebrazioni hofneriane, ma guardate con quale entusiasmo le ha volute il territorio».  Eppure si vocifera che una festa congiunta al passo Rolle fra le Comunità di Primiero, Fassa e Fiemme sia svanita proprio perché Fiemme volesse portarsi, fra gli altri, un altro di quei simboli di tirolesità, gli Schützen, non graditi dalle altre vallate. Panizza conferma e ammette: «Sì è vero, ne ho sentito parlare anch'io di questo problema, ma non ne conosco i termini precisi».  Le certezze di Panizza sono invece altre: «Che noi Autonomisti diventeremo il primo partito in tutta la provincia. Altro che la Padania e i loro miti infondati su Alberto di Giussano. Altro che Verona, a noi piace l'ordine teutonico di Innsbruck».













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