Ottomila «incantati» ai Suoni

Sedici cori in altrettanti rifugi: e il pubblico arriva in massa



TRENTO. Grande successo per «Dolomiti d'Incanto» che ieri ha inaugurato i «Suoni delle Dolomiti»: 16 cori (500 coristi in tutto) si sono esibiti in 16 rifugi su tutto il territorio, portando in vetta circa 8000 persone. Proposti brani classici, ma anche tanta attenzione alla contemporaneità: dai 150 anni dell'Unità d'Italia alle guerre. Il tutto a testimoniare la grande vivacità del movimento dei cori trentini.  «Dolomiti d'Incanto» - realizzato in collaborazione con la Federazione Cori del Trentino - si è rivelato un evento unico non solo per originalità dell'idea ma anche per il successo di pubblico e per le atmosfere che si sono create. I repertori e le interpretazioni proposti sono stati molto vari, ma tutti caratterizzati da una grande attenzione alla qualità delle esibizioni, ai temi della tradizione, alle influenze provenienti dall'intero arco alpino e con un occhio particolare anche ai temi della contemporaneità. Ed ecco allora che accanto all'Inno al Trentino - proposto da varie corali come Sosat, Genzianella, Cima Verde - le canzoni sono state anche occasione per omaggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia (come han fatto tra gli altri il Coro della Sat e il Coro Sant'Ilario) o per pensare ai dolori delle guerre che hanno segnato il nostro territorio ormai un secolo fa e che oggi si ripropongono con rinnovata crudeltà anche altrove. A simboleggiare questa sensibilità diffusa ci ha pensato il coro Cima Verde, proponendo un commento, in apertura d'esecuzione, del L'Ortigara. I temi trattati sono stati molti: dalla guerra all'emigrazione, dall'amore alla vita quotidiana e allo stupore di fronte alla natura e alla bellezza dei paesaggi alpini. L'attenzione alle tematiche belliche, al dolore dei soldati e familiari durante la Grande guerra è stato scandito da canti come «Nel cuore dell'alpino» proposto dal coro Sosat al rifugio Maranza, «Sono un povero disertore» cantato dal coro La Negritella, «Al reggimento» interpretato invece dal Genzianella. Senza dimenticare grandi classici come «Monta Canino» (Coro San Romedio Anaunia e Coro Cima Tosa) o la «Preghiera dell'Alpino». L'emigrazione e il bisogno di arrotondare i magri guadagni con ogni tipo di lavoro sono stati al centro delle scelte sonore del coro Valsella («Il canto del contrabbandiere» e «Ritorno»), mentre temi gioiosi e sognanti si sono rincorsi in brani come «Serenata», «Me compare Giacometo», «Varda la luna» (Coro Sasso Rosso), «La morettina», «La Dosolina», variamente inserite nelle proposte del Coro Brenta, del Soldanella. E poi tanta montagna con «La Paganella» - e proprio su quella cima si esibiva il coro Città di Ala - «Il passo alpino» (Coro Croz Corona), «Verdi campi» (Coro Sass Maor). A completare il tutto anche l'attenzione alla cultura ladina nelle proposte del Corso Enrosadira. Alle ore 12, poi, i repertori si sono fusi nel brano «Le Dolomiti» e un po' ovunque anche ne «La montanara».  Proprio il rapporto col pubblico, tutto giocato sulle spiegazioni delle canzoni proposte, su richieste e dediche in tempo reale, è stato uno degli elementi forti della giornata e ha coinvolto corali come Croz Corona, che ha cantato «Bergvagabunden» per i numerosi turisti tedeschi o il Coro Sant'Ilario, che ha improvvisato «Madama Dorè» per i bambini mentre il coro della Sat ha esaudito la richiesta di un commosso Cesare Maestri.  Per alcune formazioni l'esibizione è stata occasione per celebrare un anniversario: dagli 85 anni del coro Sosat ai 50 del coro Genzianella passando per i 75 del coro Valsella.













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