Opposizioni all’attacco «Conti, Rossi arrogante»

Giunta sotto accusa dopo i rilievi dei magistrati contabili. Degasperi: «Derivati, i responsabili paghino». Bezzi: «Fanno debito per mantenere il potere»



TRENTO. Il governatore Ugo Rossi sceglie il silenzio. Dalla sua val di Sole, dove si gode qualche giorno di riposo, decide di non replicare alle pesanti contestazioni messe nero su bianco dalla sezione di controllo della Corte dei conti sul bilancio 2015 della Provincia. Le sue controdeduzioni il presidente le aveva fatte durante l’udienza pubblica della scorsa settimana, ma non sono bastate a far cambiare idea ai magistrati contabili su debito, crediti dalla Regione, fondi rischi, derivati, società partecipate, utilizzo dell’avanzo di amministrazione, copertura delle minori entrate Irap (Trentino di ieri, ndr).

Vanno all’attacco invece le opposizioni. «L'impostazione presuntuosa e arrogante della giunta provinciale è stata bloccata con rilievi nelle materie contabili e fiscali che certo non fanno brillare di sana gestione e trasparenza la autonomia trentina», accusa il leghista Maurizio Fugatti. «Non è certo bello sapere che in Provincia hanno giocato con gli strumenti finanziari derivati senza prevedere fondi rischi adeguati, e che la Provincia ha investito nelle società partecipate più di 5 miliardi di euro, cifra superiore alle entrate totali del bilancio provinciale. Sarà interessante capire come intende il presidente Rossi rispondere nel breve periodo alle contestazioni della Corte sulle società partecipate. La Corte infatti pare arrivare a mettere in discussione le partecipazioni della Provincia dirette o indirette nelle società, ma ad oggi non è chiaro dove la giunta vuole andare a parare».

Per Filippo Degasperi (M5S) «le argomentazioni presentate da Rossi sarebbero andate forse bene in un contesto da bar sport, non certo in una sede istituzionale come la Corte dei Conti. Del resto non è che il presidente della Provincia potesse fare molto altro: i rilievi sono puntuali e motivati, e non c'è modo per smentirli nel merito». E nel merito Degasperi torna sul tema dei derivati: «A causa del modo nel quale sono stati stipulati i contratti una soluzione non esiste, a meno di non mettere in conto ulteriori perdite milionarie (allo stato attuale il conto ammonta a 14,6 milioni, con perdite costanti ogni anno). In questo caso il problema non è solo il danno per i conti pubblici ma anche il fatto che i derivati sono stati sottoscritti nel 2008 in flagrante violazione delle norme vigenti, fatto di estrema gravità, che ci porta ancora una volta a chiedere che vengano individuati i responsabili e venga chiesto loro il conto di questa disastrosa operazione». Di «autonomia malata e arrogante» parla il consigliere di Forza Italia Giacomo Bezzi: «Dispiace per i trentini vedere che chi li governa mantiene un atteggiamento di superficialità, superbia e arroganza rispetto a temi d’interesse pubblico. La questione dei derivati (soldi persi ed irrecuperabili) e la questione dell'aumento del debito ingiustificato (investimenti non produttivi) servono solo al mantenimento di un potere ormai decennale di un centrosinistra autonomista autoreferenziale e auto protettivo, che ha come unico scopo quello di mantenere se stesso e favorire esclusivamente alcuni trentini». Claudio Cia (Civica) denuncia una «deleteria amministrazione della cosa pubblica, il vergognoso scandalo di operazioni finanziarie rischiose e poco cristalline, la presenza di un sistema “ai limiti della legalità”», «ciò che consegue è un duro colpo alla nostra autonomia, vieppiù in una fase storica in cui il governo attua l'indirizzo di pesanti tagli alle risorse delle regioni a statuto speciale».













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