Ondata di furti nelle stazioni meteo

Prese di mira le apparecchiature in sei località in tutto il Trentino


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Ce l'hanno con le stazioni agro-meteo della Fondazione Mach. Colpiscono in tutto il Trentino e smontano i costosi macchinari portandosi via soprattutto i pannelli solari che alimentano le centraline. I furti sono iniziati in settembre e sono andati avanti fino a pochi giorni fa. In tutto si tratta di sei colpi, messi a segno in tutto il territorio provinciale. Il danno economico non è altissimo, circa semila euro in tutto, ma i furti hanno anche reso inefficaci per un po' le stazioni agro-meteorologiche della Fondazione.

In tutto il Trentino le stazioni di questo tipo sono una novantina. La rete, come spiega Gianbattista Toller responsabile dell'unità di trasferimento informativo geografico, serve per acquisire dati meteo da usare a fini agricoli. Ad esempio, i dati raccolti da queste centraline servono per aiutare gli agricoltori a prevedere le gelate. Il primo furto è stato messo a segno il 27 settembre, l'ultimo la settimana scorsa. Vengono presi di mira soprattutto i pannelli solari che alimentano le stazioni meteo.

La dinamica dei furti è sempre la stessa. Viene scelta una stazione isolata. Di notte, i ladri scassinano l'armadio in ferro che contiene i materiali, tagliano i fili di collegamento e prendono il materiale. Le stazioni meteo prese di mira si trovano a Avio, Roverè della Luna, Mezzocorona, Cembra, Sarche e Spormaggiore. Sono stati registrati più colpi anche nella stessa stazione meteo. Segno che i ladri sono tornati a prendere materiale che gli serviva. Oltre al danno diretto, la Fondazione lamenta soprattutto l'interruzione del servizio pubblico.

I dati, infatti, vengono raccolti e diffusi in tempo reale ai tecnici e agli agricoltori. Sui furti indagano i carabinieri. La scelta dei pezzi dimostra un interesse commerciale di tutta l'operazione. Segno che chi agisce ha lo scopo di rivendere il materiale rubato. I danneggiamenti e i furti subiti dalla stazione di Cles alla fine dell'estate, invece, sembrano avere un altro movente. Il danno subito dalla rete, comunque, riguarda tutti gli agricoltori che utilizzano i dati raccolti dalle stazioni meteo.

Per questo motivo i carabinieri stanno indagando a pieno ritmo per cercare di individuare gli autori di questi odiosi furti. Colpi ancora più odiosi perché prendono di mira materiale esposto all'aperto. Le apparecchiature sono chiuse in armadi di ferro, ma i pannelli sono per forza di cose all'aperto. Non c'è vigilanza e i ladri colpiscono in maniera indisturbata. I carabinieri, però, seguono la pista dei macchinari. I pannelli solari non si vendono certo tutti i giorni al mercato e possono essere usati solo da persone esperte.













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