Ogni mese ci giochiamo 120 euro a testa

Azzardo, le ultime cifre dei Monopoli di Stato: impietoso il confronto con un anno fa. Ed esplode anche il poker online


di Paolo Morando


TRENTO. Bicchiere mezzo pieno: sono cifre più basse rispetto a quelle di marzo. Bicchiere mezzo vuoto: sono comunque di gran lunga superiori a quelle degli stessi mesi dello scorso anno. I numeri, si sa, non sono interpretabili. Al massimo possono esserlo nel confronto con altri. Per questo i dati diffusi venerdì dall’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, relativi alla raccolta da gioco d’azzardo, possono essere commentati in maniera opposta. Ma è davvero una magra consolazione. La realtà è infatti chiarissima: come già il Trentino aveva titolato un paio di settimane fa, il gioco d’azzardo in regione, come peraltro nel resto d’Italia non si ferma più. Le cifre lo dimostrano: in aprile, trentini e altoatesini hanno tentato il colpo grosso attraverso slot machine, Bingo, lotterie e quant’altro spendendo 124 milioni di euro. Che il mese successivo sono cresciuti fino a 127. Ed è vero che in marzo erano stati 132, otto i n più rispetto a febbraio, mentre il picco più elevato era stato registrato in gennaio con addirittura 148 milioni di euro. Ma il confronto più corretto va fatto con la spesa di un anno fa. E allora le cose cambiano. E di molto. Nell’aprile del 2011 infatti in Trentino-Alto Adige erano stati 102 milioni di euro, cifra cresciuta il mese successivo di “solo” un’unità. L’aumento insomma, se valutato lungo 12 mesi, è pari al 25%. Un’enormità, in tempi di vacche magre come gli attuali. E un dividendo il totale equamente fra le due province (come peraltro in passato ha indicato di fare la stessa Amministrazione dei Monopoli), si può stimare in 2 milioni di euro la cifra quotidiana giocata dai trentini. Che a spanne fa 120 euro a testa al mese. Ma neonati e centenari compresi.

Sono ancora una volta slot machine e videolottery a trainare verso l’alto le statistiche. Sui 127 milioni complessivi giocati in regione a maggio, infatti, la quota che le “macchinette” fruttano alle casse dei Monopoli di Stato sfiora gli 82 milioni. Una percentuale dunque di oltre il 64%, in linea peraltro con l’andamento di tutti questi mesi. E che sia proprio questa la “voce” decisiva nel boom del gioco d’azzardo, lo dimostrano le altre cifre che contribuscono a formare il totale, che quando aumentano lo fanno di poco: i giochi a base sportiva passano da 3,1 a 3,5 milioni, le lotterie da 12 a 12,1, mentre sono addirittura in discesa il Lotto (4,7 milioni contro 4,9 di un anno fa), il Bingo (da 2 milioni a 1,8), l’ippica (1,2 contro 1,5) e i giochi numerici a totalizzatore (scesi da 2,4 milioni a 2). Con un’importante eccezione, rilevante da tutti i punti di vista: i cosiddetti “Giochi di abilità a distanza”, cioè soprattutto i tornei online di poker (ma anche i sudoku o di altri rompicapi). Qui il monte giocate è passato in regione dai 2,2 milioni del maggio dello scorso anno ai 19,9 di oggi. Un vero boom, che promette di costituire la nuova frontiera della ludodipendenza. In questo caso infatti non è necessario uscire di casa e varcare la soglia di un bar o una sala giochi, con il rischio di essere visti da amici. Bastano infatti un computer e un collegamento Internet. E il gioco, è il caso di dirlo, è fatto. Specie per chi vive solo, senza il timore di essere scoperto dai propri familiari.

È proprio questa circostanza a preoccupare maggiormente: tutti coloro che si occupano della dipendenza da gioco d’azzardo sono infatti concordi nell’indicare nel controllo sociale il freno principale in grado di dissuadere i giocatori compulsivi dal finire preda della “malattia”. Controllo sociale che consiste, ad esempio, nel timore di essere visti “attaccati” alla macchinetta da parte degli amici o dello stesso esercente della sala giochi o del bar. La vergogna insomma, in molti casi, riesce ancora a tenere lontani dall’azzardo i soggetti a rischio. Non sempre, naturalmente. E infatti casi patologici aumentano di continuo. Ed è chiaro che il giocare nell’ombra, senza incrociare anima viva, soli di fronte al proprio pc, rischia di aumentare ulterior mente le schiere delle vittime dell’azzardo.

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