Ogni 3 minuti in Italia  è abbandonato un animale  

Non solo chi si stanca del quattro zampe o non vuole portarlo in vacanza Cresce il problema di chi dopo la morte del loro caro non vuole farsi carico del pet



TRENTO. La motivazione del perché prima di acquistare un cane in un allevamento, sarebbe meglio scegliere un cane abbandonato, è presto detta: in Italia ogni tre minuti viene abbandonato un animale. E non parliamo solo di meticci, ma anche cani di razza magari deperiti, ma in salute. Senza tralasciare il problema degli abbandoni dei familiari, che dopo la morte dei loro proprietari non vogliono assumersi responsabilità.

In questo senso la storia di Liquirizia è esemplificativa: pochi giorni fa un signore si è presentato al canile di Bologna con una cane dentro ad una borsa di plastica della spesa. «Ve la lascio perché la padrona è morta e in casa non la vogliamo più perché quando respira, fa rumore». Purtroppo il problema era dovuto ad una malattia cardiaca grave che si sommava ad un’infezione intestinale diffusa e Liquirizia era una malata terminale.

Il problema dell’abbandono non è solo dell’Italia centro-meridionale dove esistono canili lager dai quali i cani non usciranno mai, perché la loro presenza porta contributi mensili. Ma è proprio della Spagna dove levrieri e podenghi di razza vengono abbandonati al termine della stagione di caccia, destinati al randagismo o alla perreras ( i canili spagnoli) dove dopo il periodo previsto dalla legge, vengono abbattuti. Emergenza anche in Bosnia dove gli accalappiacani sono pagati per ogni cane randagio ucciso. Si è creata così una rete di volontari italiani che riescono a salvare ed in qualche caso a riscattare questi cani, molti dei quali sono in stallo o già adottati anche in Trentino, grazie all’impegno delle associazioni di volontari.

Preoccupa il fatto che 10 anni fa c’era un animale abbandonato ogni quattro minuti, scesi oggi a tre e non parliamo solo di cani, ma anche di cavalli, conigli, furetti, tartarughe d’acqua, camaleonti e perfino pappagalli. Di queste specie, se non messo tempestivamente al sicuro, l’ 80% rischia la morte: ma questo poco importa a chi si è stufato di averli in casa.

A fianco dell’abbandono (riconosciuto come reato penale), ci sono i maltrattamenti che vanno dagli spazi stretti e disagiati, ad atti di violenza, alla «reclusione sui balconi senza alcun riparo». Recentemente la Cassazione ha riconosciuto reato anche il lasciar i cani da soli in giardino per lungo tempo o lontani dall’abitazione. Infine, alcuni comuni riconoscono il “bonus cane” (un’agevolazione sulla tassa dei rifiuti) per chi adotta un randagio. (d.p.)













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