Nuovo presidente d’ateneo, in giunta l’ok a Finocchiaro 

L’esecutivo del presidente Rossi ieri ha approvato la nomina del manager Ma sul successore di Cipolletta l’assessora Ferrari, Pd, non ha voluto votare



TRENTO. Quello di ieri era il passaggio politicamente più delicato: il voto in giunta al nome del nuovo presidente dell’Università, il manager veronese Daniele Finocchiaro, 50 anni, capo della ricerca di Confindustria. La delibera che lo ha proposto come successore di Innocenzo Cipolletta è stata votata da tutti i presenti (assente giustificato Mauro Gilmozzi, Upt): una distinzione che si rende necessaria visto che al momento fatidico l’assessora di riferimento Sara Ferrari, università e ricerca, ha preferito allontanarsi dalla sala giunta senza esprimersi dunque sulla nomina di Finocchiaro.

Del resto l’esponente del Pd aveva fatto sapere di essere in disaccordo sulla scelta del presidente dell’Ateneo. Ferrari aveva rinfacciato al presidente Rossi due aspetti: quello di non averla coinvolta per nulla (come assessora di riferimento) nell’individuazione del candidato. Ma anche di non aver preso in considerazione la proposta di una donna (era quella l’idea dell’esponente del Pd) per il ruolo di presidente dell’Ateneo. Ferrari d’altra parte aveva chiarito di non avere nulla da ridire sul profilo professionale del Chairman della ricerca di Confindustria: conseguente quindi la sua decisione di non prendere parte all’approvazione della delibera. A questo punto incassato il parere positivo dei tre saggi, ottenuto il via libera della giunta, c’è un ultimo step, previsto per la prossima settimana, ovvero il passaggio nella commissione provinciale che si occupa delle nomine pubbliche.

Dunque volendo, prima del voto del 21 ottobre, ci sarebbe ancora tutto il tempo per procedere all’insediamento di Finocchiaro, mettendo fine all’era di Innocenzo Cipolletta dopo ben 15 anni. Le opposizioni di centrodestra avevano avuto molto da ridire proprio sulla tempistica di una nomina di grande importanza fatta proprio agli sgoccioli della legislatura, facendo notare che avrebbe dovuto essere il nuovo esecutivo, quello che uscirà dalle urne, a dover piuttosto individuarlo. Ma dopo 15 anni, e con parecchi mesi di ritardo anche rispetto alla scadenza del mandato di Cipolletta, il presidente Rossi ha voluto esercitare la possibilità (che anche per l’assessora Ferrari era il completamento di 5 anni di legislatura) di nominare un presidente di Università che sarà chiamato a rispondere a sfide globali sempre più importanti.

(g.t.)













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