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Not, la Provincia pensa al trasferimento

Per il nuovo ospedale si apre la strada di un finanziamento della Bei. L’opera potrebbe anche traslocare a Mattarello



TRENTO. Per il Not c’è aria di grandi cambiamenti. La giunta provinciale guidata da Ugo Rossi deve affrontare tempi molto più duri, dal punto di vista finanziario, rispetto a quelli vissuti dalla precedente. Le risorse sono in flessione e il presidente ha improntato la sua azione alla sobrietà e al risparmio. Ecco così che il più grande appalto degli ultimi decenni in Trentino, quello da 300 milioni per il Not, diventa un campo di manovra alla ricerca del massimo risparmio.

Per questo motivo la Provincia ha dato incarico a un advisor privato di calcolare la convenienza del vecchio modello di project financing rispetto a un appalto tradizionale, anche alla luce del costo del denaro che è molto diminuito. Sotto questo profilo, la Provincia ha già anche fatto alcuni passi nei confronti della Bei, la banca europea degli investimenti, che sarebbe pronta a finanziare a un tasso decisamente favorevole l’intera opera da 300 milioni. La decisione non è stata presa, ma ormai il cambio di strategia sembra essere molto probabile.

Nell’ottica del risparmio piazza Dante potrebbe anche mettere mano all’accordo di programma del 2002 con lo Stato che prevedeva, tra le altre cose, lo scambio tra l’area delle ex caserme di via Mas al Desert, dove è previsto il nuovo ospedale, con quella di Mattarello che doveva ospitare le nuove caserme. Lo Stato l’anno scorso ha rinunciato, per mancanza di fondi, all’idea di costruire una cittadella militare a Mattarello.

Il dibattito su cosa fare con quell’area è ancora aperto. Molte le ipotesi avanzate, tra queste quella di destinare l’area al nuovo stadio oppure quella di realizzarci alloggi pubblici e servizi per lasciare il reato a verde agricolo. Adesso però si fa avanti anche l’ipotesi di trasferirci il Not. Una soluzione del genere avrebbe il pregio di comportare costi molto inferiori dal punto di vista urbanistico rispetto a quella ormai consolidata delle ex caserme di via Mas al Desert. Le problematiche da affrontare, anche dal punto di vista dei collegamenti, sarebbero di più facile soluzione e i costi sarebbero inferiori. Per questo a Piazza Dante qualcuno ha iniziato a farci un pensierino. Nessuna conferma ufficialmente questa ipotesi anche perché i punti interrogativi sul nuovo ospedale iniziano a essere tanti.

In primis, la gara è in alto, se non altissimo, mare. Dopo la sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha annullato la prima gara, la Provincia sta rivedendo molte cose, proprio alla luce della mutata situazione finanziaria. La previsione di spesa iniziale rimane la stessa, circa 300 milioni di euro, ma le spese di contorno potrebbero diminuire. Questo anche grazie al fatto che la Provincia ha ridotto il proprio indebitamento passando dal 9 all’8,5 per cento del Pil.

In un primo tempo era stata scelta la strada del project financing proprio per evitare che la Provincia sostenesse la spesa da sola. Rispetto a quanto ipotizzato in un primo momento, già la quota finanziata dai privati era scesa. Il bando prevedeva un finanziamento misto pubblico privato con la Provincia che avrebbe dovuto pagare una parte dell'opera, mentre il costo restante veniva sostenuto da chi si sarebbe aggiudicato la costruzione che, poi, avrebbe percepito un canone annuale dalla stessa Provincia per la gestione dell'ospedale.

Lo studio di fattibilità aveva stimato un costo di 160 milioni quale prezzo da corrispondere da parte dell'ente pubblico al concessionario per i lavori e un canone annuo di 59 milioni e 900 mila euro più Iva per la gestione dei servizi da parte della cordata che si sarebbe aggiudicata l'opera, ma adesso potrebbe cambiare tutto. Alla gara avevano partecipato quattro cordate. La gara era stata vinta da quella guidata dall’Impregilo. Le altre compagini in gara erano guidate da Mantovani, Pizzarotti e Cmb. Adesso, però si riprenderà tutto dall’inizio.













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