Not a Mattarello 30 milioni in meno

Ecco i vantaggi del trasloco: area più grande e regolare, costi dimezzati per la viabilità, più accessi, l’eliporto


di Chiara Bert


TRENTO. «Se mi dicono che spostando il Not a Mattarello risparmiamo 100 milioni è chiaro che ci penso». Così aveva detto il vicesindaco di Trento Paolo Biasioli commentando il pressing della Provincia sul Comune perché dica sì al trasloco del nuovo ospedale. «Io e il sindaco - ha ripetuto Biasioli - siamo più orientati che l’ospedale si faccia dov’è stato previsto, in via al Desert».

Chissà se il vicesindaco ha pronunciato quella cifra di 100 milioni a caso, o se intendesse che per convincerlo sull’opportunità del cambio di area servirebbe un vantaggio economico di quella misura.

La realtà è che il risparmio, da via al Desert a Mattarello, è di 30 milioni: i costi da sostenere per realizzare l’opera passerebbero da 341,2 milioni a 311,6 milioni di euro. Le cifre sono contenute nello schema che la Provincia ha inviato all’amministrazione del capoluogo per convincerla a dire sì allo spostamento a Mattarello.

Informazioni che il Comune - ha spiegato Biasioli - ritiene insufficienti di fronte ad una scelta pianificata da anni dopo un lungo percorso.

Nel dettaglio, lo schema si compone di 8 punti.

Superfici. Si passa da un’area complessiva di 19,7 ettari (via al Desert) ad una di 26,1 (Mattarello): di questi, in via al Desert il terreno di proprietà è di 14,8 ettari, mentre a Mattarello di 25,7. Considerato che la superficie stimata per l’edificio è di circa 4 ettari, si ottiene un rapporto terreno utilizzato-costruito che passa da 3,7 a 3 ettari su ettaro.

L’edificio. Il risparmio di Mattarello è stimato in 10 milioni (da 300 a 290 milioni), legato alla riduzione del costo per i parcheggi non più interrati. Rimarrebbero uguali i costi di progettazione per la nuova gara (200 mila euro) mentre per le progettazioni passate (prima del project financing) i costi sostenuti sono di 2,1 milioni per l’area delle caserme a Mattarello contro gli 800 mila euro dell’area di via al Desert. A questi si aggiungono però i 4 milioni di spese di progettazione sostenute dalle imprese per la finanza di progetto.

Viabilità. Mattarello batte via al Desert: nel primo caso servirebbero 17 milioni per realizzare due rotatorie sulla ex statale 12 e uno svincolo di raccordo con la tangenziale di Trento sud in prossimità del nucleo elicotteri; nel secondo la spesa sale a 35 milioni per lo svincolo a nord, l’interramento della strada allo svincolo per Ravina, la viabilità complementare con due rotatorie.

Vincoli di contorno. In via al Desert vanno messi in preventivo 3 milioni per gli argini del Fersina e l’interferenza con lo scarico delle acque bianche. A Mattarello ferrovia, aeroporto e strada non rappresentano elementi di potenziale criticità.

Accessibilità. Sono 3 le strade da cui gli utenti potranno accedere se il nuovo ospedale sarà realizzato a Mattarello, 2 se si farà in via al Desert.

Espandibilità. Vince l’area delle ex caserme, che per l’estensione ma anche per la forma e la regolarità (è rettangolare invece del triangolo di via al Desert) consentirebbe uno sviluppo per moduli e la realizzazione di servizi a supporto dell’ospedale, dunque più margini di potenziamento guardando in prospettiva.

Distanza dalla Protonterapia. Qui il vantaggio è tutto a favore di via al Desert, dove il Not è stato pensato accanto al Centro di protonterapia. Che resterebbe invece scollegato - seppur autonomo sostiene la Provincia - da Mattarello, da cui dista 3 chilometri e mezzo.

Eliporto. Il nucleo elicotteri si trova a Mattarello, dunque i costi si ridurrebbero, rispetto a via al Desert, da 3 a 1 milioni.

Punteggio finale. La «partita» tra le due aree finisce 8 a 2 per Mattarello. Ecco perché, secondo Piazza Dante, il nuovo ospedale va fatto lì.

Gara ex novo per ridurre i ricorsi. Il vantaggio dello spostamento per la Provincia starebbe nel risparmio ma anche nell’accessibilità e nella potenzialità dell’area di Mattarello. C’è poi un vantaggio che in Piazza Dante non viene esplicitato e che riguarda la necessità di ridurre per quanto possibile i potenziali ricorsi, che rappresentano un vero incubo dopo la sentenza del Consiglio di stato che non ha annullato il bando di gara (vinto da Impregilo) ma ha bocciato la commissione aggiudicatrice nominata dalla Provincia. La via d’uscita è azzerare tutto e ripartire con una nuova gara. Ma per farlo occorrono delle motivazioni. La prima è il cambio delle modalità di realizzazione, dal project financing a una realizzazione diretta da parte dell’ente pubblico per via dei tassi oggi più favorevoli. L’altra motivazione sarebbe proprio il cambio di area. Le due ragioni per revocare il vecchio bando.













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