«Non si giochi a palla con la coalizione Trento, no rimpasti»

Dellai: c’è chi radicalizza a sinistra e chi sogna svolte centriste «Sanità, serve un patto con le valli. Qualche chiusura ci sta»


di Chiara Bert


TRENTO. «A sinistra e al centro c’è chi gioca a palla con la coalizione». Un grave errore - avverte Lorenzo Dellai, candidato alla segreteria dell’Upt - soprattutto oggi che il vento della destra soffia forte dalla Francia e investirà anche l’Italia.

Onorevole Dellai, la stagione dei congressi nel centrosinistra autonomista sta mandando in fibrillazione una coalizione già fragile. È d’accordo?

Se i congressi sono un momento alto di riflessione politica non sono affatto un pericolo ma semmai la risposta ai problemi della coalizione, che sono problemi di tenuta e di visione politica. Se invece i congressi diventano un regolamento di conti, allora diventano una parte del problema.

Le sembra che Upt e Pd stiano riuscendo ad evitarlo?

Condivido la preoccupazione di tanti che si giochi un po’ a palla con la coalizione. Vedo questo rischio nelle posizioni di chi radicalizza a sinistra e di chi immagina svolte neocentriste. Chiaro che se la coalizione si logora e viene svuotata della tensione politica unitaria, va incontro a serie difficoltà. In un momento nel quale l’effetto delle elezioni francesi di domenica sarà fortissimo anche in Italia, le coalizioni devono saper resistere a questo vento riscoprendo una ragione politica del loro stare insieme.

Prevede svolte neocentriste dell’Upt se al congresso vincerà Tiziano Mellarini?

Scherzosamente posso dire di aver già vinto nel senso che nelle ultime settimane non sento più parlare nessuno di accordi con Progetto Trentino e con le civiche di destra, di rapporti preferenziali con il Patt o con singoli assessori tecnici. Sento parlare tutti di una Upt che deve essere saldamente nel centrosinistra, che è esattamente ciò che io sostengo. Questo però non basta, serve riprendere un progetto sul partito e ricostruire un rapporto con l’opinione pubblica, con i tanti cittadini che stanno alla finestra. È un tema che riguarda tutti i partiti.

Lei ha parlato anche del rischio di chi radicalizza a sinistra. L’area critica del Pd si sta organizzando e non risparmia critiche alla giunta.

Rispetto il dibattito interno ad altri partiti. Mi limito a dire che quello che noi dobbiamo coltivare è uno spirito unitario della coalizione e, aggiungo, uno spirito di continuità delle radici politiche e programmatiche della coalizione. Questa voglia che vedo in una parte del Pd di tagliare radici e di operare discontinuità rischia di essere pericolosa. C’è bisogno di tutte le sensibilità, anche le più critiche, ma anche di sapere che una coalizione procede lungo dei solchi.

Sulla sanità il centrosinistra si sta dividendo profondamente. Sui punti nascita di valle, che l’Upt difende strenuamente, anche molti medici accusano la politica di non avere il coraggio di sfidare l’impopolarità. Cosa risponde?

Io difendo le pari opportunità di accesso ai servizi essenziali da parte di chi abita in periferia, se non vogliamo che un territorio si spopoli. Questo significa difendere una filosofia, non il singolo tassello dei servizi. Si parla più di ospedali e meno di politica della salute. Forse l’opinione pubblica ha temuto che si andasse verso uno smantellamento dei sistemi di sicurezza sanitaria. Secondo me serve rifare un patto con la popolazione delle valli che riguarda tutto il sistema dei servizi. E se in questo quadro alcuni tasselli, per ragioni oggettive, non possono essere mantenuti, la politica deve dirlo con serietà e coraggio. Un processo può comportare qualche chiusura ma anche potenziamenti in altri settori.

Giovedì ci sarà l’assemblea dell’Upt a Trento in vista del congresso. Circola il nome di Corrado Paolazzi come coordinatore. Potrà essere un candidato unitario?

Per storia ed esperienza maturata dal basso, e per provenienza (Popolari, Margherita, Upt), è una figura che può essere un punto di riferimento unitario per il nostro partito in città. Voglio dire che non esiste a Trento l’Upt fuori dal Cantiere, alle elezioni è stato fatto un patto con gli elettori che non può essere tradito. L’assemblea di giovedi deve essere l’occasione per dare un segnale di serietà e stabilità all’amministrazione comunale. Io penso che a sei mesi dal voto i cittadini di Trento si aspettino di tutto dal Comune meno che si aprano le danze dei mal di pancia, dei rimpasti e dei bilancini. Si aspettano decisioni.

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