No Tav, un centinaio di trentini in val di Susa

Nessun ferito nella giornata di guerriglia tra manifestanti e polizia



TRENTO. Erano un centinaio ieri i trentini in val di Susa, tra comitati No Tav e Centro sociale Bruno, per la manifestazione nazionale a Chiomonte contro i cantieri dell'alta velocità ferroviaria. Una giornata di guerriglia, durante la quale frange di attivisti si sono scontrati con la polizia: il bilancio è di oltre 180 feriti tra le forze dell'ordine, 15 tra i militanti e un operaio, 5 arresti. Tra i 50 e i 70 mila i partecipanti, secondo gli organizzatori.

Nessun ferito tra i trentini. Il Centro sociale Bruno si era subito schierato «contro gli attacchi brutali subiti dai valsusini» nei giorni scorsi, quando la polizia è intervenuta per dare avvio al cantiere. Il Bruno vede un'analogia tra la val di Susa e il Trentino: «Sulla valle dell'Adige pende la minaccia di un progetto di ferrovia ad alta velocità devastante almeno quanto quello della val di Susa, pensiamo che come trentini sia importante portare la nostra solidarietà attiva a quella popolazione resistente oggi sotto attacco».

Ha seguito la giornata da Trento Stefano Bleggi: «Ho sentito i compagni, che hanno vissuto a pieno la giornata. Grande schieramento di forze di polizia, tanti lacrimogeni. Ma il dato positivo è il grande movimento che si è formato, con tante anime, una comunità coesa. Abbiamo voluto dimostrare che la Val di Susa non è sola e che la Tav è un grande sperpero di denaro pubblico».













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