«No al sistema tributario inutilmente vessatorio»

L’«appello» di Corrado Pascucci che indica nell’evasione fiscale una causa della difficile situazione economica. Crollano i ricorsi: sono troppo costosi


di Mara Deimichei


TRENTO. La violazione sistemica delle norme tributarie come parte principale delle gravi difficoltà attuali. Ma anche un sistema tributario che non deve essere inutilmente vessatorio. E la necessità di una semplificazione normativa. Sono questi i tre spunti con i quali il presidente Corrado Pascucci ha inaugurato l’anno giudiziario della giustizia tributaria. Giustizia che anche in questo settore è un «affare per ricchi» visto che il sensibile calo dei ricorsi è dovuto anche -come ha sottolineato Maurizio Postal, presidente dei commercialisti - all’introduzione del contributo unificato che ha reso in più oneroso il ricorso alle commissioni tributarie».

Nella sua relazione Pascucci è partito dalla difficoltà economiche del periodo, una difficoltà aggravata dall’evasione fiscale e da «una cultura politica purtroppo egemone che attrae e convince. La differenza rispetto al passato - prosegue - è anche nella solidarietà che oggi sembra inesorabilmente attenuarsi ed anzi crearsi solamente fra coloro che si trovano concordi nell’esercizio della forza per la difesa dei propri interessi». Ma il presidente è andato oltre sottolineando come «il sistema tributario non deve essere inutilmente vessatorio: la pretesa fiscale non deve oltrepassare la capacità contributiva. Tanto più che in tempi di crisi un eccessivo e sbilanciato carico fiscale - peraltro gravante soprattutto sui redditi da lavoro - finisce per favorire la recessione». La cura? Pascucci indica delle medicine fra le quali una semplificazione della legislazione. Passando ai numeri, i ricorsi sono crollati a 535 con una consistente riduzione degli arretrati. Che sono comunque pochi visto che è stata più volte sottolineata la velocità di risposta da parte delle commissioni sia di primo che si secondo grado. Questo anche se ci sono lacune negli organici. E ieri è stata l’occasione per salutare l’avvocato Di Francia che lascerà l’incarico in commissione dopo molti anni di apprezzato lavoro. Si è anche data notizia dell’immissione nei ruoli nazionali di 960 giudici (4 in regione) provenienti dalla magistratura ordinaria, amministrativa, contabile e militare. E su questo punto si è soffermata l’avvocato Maddalena Mottes che ha sottolineato come questa novità poterà certamente un cambio dello scenario ma ci sarà un problema di specializzazione e di preparazione dei magistrati che arrivano da altri «settori». E ha fatto anche un auspicio: quello di non avere come interlocutore il ministero dell’Economia che è una «parte». Postal ha sottolineato come il continuo incremento degli strumenti persuasivi ha portato cittadini ed imprese ad essere «colpevoli fino a prova contraria» e come la «legislazione di emergenza richieda almeno due livelli di tutela». L’avvocato Andrea de Bertolini, a nome del consiglio dell’ordine, ha portato l’auspicio che «un’organica riforma del processo tributario possa introdurre correttivi idonei a garantire maggiori presidi a difesa dei diritti del contribuente». Infine è intervenuto Vincenzo Giunta, direttore dell’Agenzia delle entrate che ha lodato l’introduzione della mediazione. «113 sono state le istanze nel 2012 - ha detto - e solo 17 sono diventati ricorsi. E in 39 casi l’Agenzia, in autotutela ha annullato l’atto». E ha spiegato come stiano lavorando per accertamenti sempre più aderenti alla realtà. E quindi meno cartelle pazze.

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