Niente cannabis, l’ira dei malati 

Senza infiorescenze impossibili le terapie contro il dolore: «Costretti a rivolgerci al mercato nero»


di Andrea Selva


TRENTO. Prima era una questione di ricetta, poi è diventata una questione di prezzo ma ora il problema è emerso in tutta la sua semplicità: sul mercato italiano non c’è abbastanza cannabis per accontentare le richieste dei pazienti che la usano come terapia alternativa contro il dolore. Lo sanno bene i pazienti trentini (una sessantina) che sono stati autorizzati dall’azienda sanitaria ad assumere cannabis ma non possono farlo. A meno di rivolgersi al mercato parallelo oppure di cercare le poche scorte rimaste in qualche farmacia, mettendosi in lista d’attesa nel caso dovesse arrivare qualche partita.

Una di queste è Liviana Melchiori, residente in Valsugana, malata di una terapia autoimmune che le provoca continui dolori. L’estate scorsa aveva raccontato la sua storia al Trentino: «Con la cannabis ho trovato sollievo immediato, senza effetti collaterali» diceva. Ma c’era un problema di prezzo: il rimborso pagato dal ministero (9 euro al grammo) era inferiore rispetto al costo sostenuto dalle farmacie. Per questo - in ottobre - è intervenuta la Provincia, garantendo ai farmacisti un rimborso di 12 euro per ogni grammo di “cannabis infiorescenze”, con effetto retroattivo a partire dalla primavera scorsa.

Problema risolto? Macché. A parte i dubbi di alcuni farmacisti sulla procedura di rimborso, la realtà è che le infiorescenze sono praticamente introvabili. Con buona pace dei sostenitori di questa terapia che denunciano il problema in rete.

In Italia l’unico sito produttivo autorizzato è quello dell’esercito, in provincia di Firenze. La disponibilità sul mercato italiano dipende per lo più dai cicli produttivi dei militari dell’Istituto chimico farmaceutico militare, visto che le quote fissate dal governo per l’importazione dall’Olanda non riescono a soddisfare la domanda. I pazienti che richiedono la cannabis sono in continuo aumento e i farmacisti non prevedono uno sblocco della situazione in tempi brevi, anche se il governo ha assicurato la copertura finanziaria (2,3 milioni) per aprire nuove serre per la coltivazione e per aumentare le importazioni di cannabis dall’Olanda. Finale? Liviana Melchiori spiega: «Non ci resta che rivolgerci al mercato parallelo, come prima della legalizzazione, con costi che molti di noi non sono in grado di sopportare, per di più in situazioni ai confini della legalità».















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