I DATI DEL CONTAGIO

Nelle Rsa trentine 640 operatori positivi al tampone 

Sono oltre il doppio rispetto a infermieri e medici contagiati negli ospedali. Per la maggior parte si tratta di persone malate nella prima fase e che ora risultano guarite Esperti al lavoro per il protocollo delle case di riposo nella Fase 2, per il momento visite escluse


Andrea Selva


TRENTO. Sono 640 gli operatori delle Rsa trentine che hanno avuto un tampone positivo nel corso dell’emergenza Covid. Il dato è stato diffuso dalla Provincia all’interno della relazione che il giorno scorso l’assessora Stefania Segnana ha presentato al consiglio provinciale.

Si tratta di un numero molto elevato, pari all’11 per cento circa dei 5.700 operatori delle case di riposo. Ma la percentuale reale è decisamente più elevata considerato che non tutti i dipendenti del mondo Rsa sono a contatto con i pazienti e soprattutto il personale con tampone positivo lavora all’interno di 38 Rsa, rispetto al totale provinciale di 58 strutture.

Va precisato però che il tampone positivo non dice nulla su dove sia avvenuto il contagio, cioè all’interno o all’esterno della struttura. Il dato di contagi del personale delle Rsa è infine doppio rispetto ai circa 300 dipendenti dell’Azienda sanitaria (per lo più infermieri e operatori sanitari) che risultano contagiati dal Covid nello stesso periodo. La buona notizia è che - secondo i dati dell’Azienda sanitaria - degli oltre seicento operatori di Rsa contagiati buona parte (73 per cento) risulta già guarito.

I problemi della prima fase

Buona parte dei contagi si riferisce alla prima fase dell’emergenza, quando le Rsa non erano ancora organizzate secondo il piano attuale (che prevede la presenza di st rutture riservate esclusivamente agli ospiti Covid) e soprattutto quando non era ancora noto il problema dei contagi legato ai cosiddetti “asintomatici”. Tra le ipotesi infatti c’è quella che i virus si sia diffuso all’interno delle strutture per anziani, portato da persone contagiate ma senza sintomi, quando ancora il Trentino non aveva avviato l’attuale campagna di tamponi. In seguito - come si legge nella relazione della Provincia - i tamponi sono stati effettuati su tutti i dipendenti e il risultato è stato appunto quello degli oltre seicento contagiati. Questa situazione è stata all’origine della grave carenza di personale all’interno delle strutture, che ha reso necessario il rinforzo degli organici con personale in arrivo dall’Azienda sanitaria, da cliniche private e anche messo a disposizione dalla Protezione civile.

I dati sugli ospiti

Dalla lettura degli ultimi dati diffusi emerge una situazione grave anche per quanto riguarda gli ospiti, con 919 anziani risultati positivi al tampone su un totale di 3.076 esami effettuati. L’ospedalizzazione degli ospiti malati di Covid è avvenuta per un centinaio di persone, mentre sono stati 351 gli anziani portati al pronto soccorso. Il numero dei decessi, secondo quest’ultimo rapporto, è di 711 morti totali, di cui 343 attribuibili a Covid (di questi 227 con il riscontro di un tampone positivo). A fronte di questi dati risultano comunque anche 287 residenti guariti, certificati da due tamponi negativi consecutivi.

Il protocollo Rsa

Proprio in queste ore uno specifico tavolo costituito dalla Provincia sta scrivendo il protocollo di sicurezza per la gestione delle Residenze socio assistenziali nella fase 2 dell’emergenza Covid. Nessuna apertura - almeno per il momento - alle visite ai parenti, nonostante vi sia una forte richiesta in questo senso da parte delle famiglie e della Consulta della salute (di cui riportiamo le proposte nella pagina accanto) mentre è oggetto di dibattito la politica dei tamponi sui dipendenti ma anche l’applicazione delle misure di protezione. In particolare bisognerà stabilire quali dipendenti (e a quali intervalli di tempo) dovranno essere sottoposti a tampone.

Le strutture Covid

Mentre la Rsa di Pergine si prepara al ritorno alla normalità, la nuova Rsa di Volano (struttura nuova, entrata in funzione proprio per l’emergenza) resterà destinata esclusivamente ai casi Covid, anche in considerazione di una possibile ripresa dell’epidemia nelle prossime settimane.













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