Nelle bici un microchip anti-ladro

Un circuito nel telaio, impossibile da rimuovere, con tutti i dati del proprietario


Giuliano Lott


ROVERETO. I magazzini dei vigili urbani sono ingombri di biciclette ritrovate e la difficoltà sta nel restituirle ai legittimi proprietari. E' arduo infatti risalire al ciclista derubato (o sbadato) perchè spesso i modelli sono identici, essendo prodotti di serie. Per questo in autunno parte un progetto di largo respiro che beneficia dei contributi comunali: con una modica spesa (qualche decina di euro) il cliente potrà inserire, grazie alla collaborazione di rivenditori convenzionati, un microchip nel telaio della bicicletta.

Sul chip - impossibile da rimuovere senza distruggere la bici - verranno registrati i dati personali del proprietario, che verranno anche riportati su un badge elettronico (una tessera tipo bancomat).

Il derubato potrà sporgere denuncia con una maggiore probabilità di ritrovare la propria bici: infatti i dispositivi elettronici per la lettura del chip verranno installati sulle auto di servizio della polizia municipale e gli agenti potranno così identificare in tempo reale (collegandosi con la centrale operativa e confrontando per via telematica i dati registrati sul badge) il proprietario.

L'ufficio oggetti smarriti del comando, in via Parteli, sarà invece dotato di un lettore elettronico per i badge, agevolando una procedura veloce ed efficace anche al momento della denuncia.

La scelta del chip è stata preferita al metodo della punzonatura del telaio, in sperimentazione a Trento, perchè con apposite vernici è possibile cancellare il codice impresso sulla marcatura, rendendo vana la ricerca del proprietario. La soluzione del chip invece garantisce un'identificazione rapida e certa.

L'iniziativa partirà tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre e il Comune finanzierà una parte del costo per l'inserimento del microchip nel telaio, in una percentuale ancora da definire.

Ma non è l'unica novità per i ciclisti: è infatti allo studio una formula assicurativa destinata ai cicloturisti, con la quale - a fronte di un modesto esborso di denaro - si potrà contare su un servizio di assistenza in caso di guasto meccanico. Se, per fare un esempio, il cicloturista residente a Rovereto rompe la catena o il cambio mentre si trova nell'arco di 250 chilometri dal luogo di residenza, potrà chiamare un numero verde e verrà riaccompagnato a casa assieme alla bici in panne. Un servizio assai utile, che eviterà ai molti cicloturisti praticanti scomode soluzioni di emergenza, come chiamare parenti e amici chiedendo aiuto e contando sulla loro buona volontà.













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