Nei rifugi alpini stagione condizionata dal tempo

Bilancio in chiaroscuro per i gestori Iellici ed Alimonta: giugno sotto la media per il freddo, luglio buono, agosto penalizzato da piogge mattutine e previsioni


di Daniele Peretti


TRENTO. Se nei rifugi alpini la spesa media del coperto è in diminuzione, potrebbe arrivare il momento in cui occorrerà più gente in quota per riuscire a far quadrare i costi, che restano comunque più alti per i gestori. «Sarebbe un non senso - sottolinea Angelo Iellici del rifugio La Rezila che lancia la provocazione - ma la tendenza del momento è che la gente sale in quota spendendo sempre meno: o si porta da casa un pranzo al sacco, o passa dalla colazione abbondante alla cena.» L'organizzazione in quota di eventi di richiamo con una periodicità tale da salvare la stagione? Possibile solo con un ardito progetto: «Si dovrebbero creare eventi su due sedi: una in quota col bel tempo ed una più in basso in caso di maltempo: in montagna - riconosce Ezio Alimonta dell'omonimo rifugio- il tempo è troppo variabile e la pioggia ed il freddo ci costringerebbe a buttare via tutto quello che abbiamo preparato. Certo la doppia sede è quasi impossibile averla, ma sull'idea si potrebbe riflettere.» E sono comunque le condizioni atmosferiche a decidere l'esito delle stagioni. «Giugno è stato al di sotto della media a causa del freddo. Luglio dopo un inizio difficile si è assestato sul trend delle migliori annate. Agosto è stato penalizzato dalle piogge mattutine: non solo se piove realmente - conclude la sua analisi Angelo Iellici - ma sono sufficienti previsioni negative a far calare le presenze giornaliere da cento a cinque e poi la giornata non la si recupera più.» Più cauto Ezio Alimonta per il quale un giudizio completo lo si potrà avere sono a fine settembre: «Fino ad oggi è stata una stagione con troppi alti e bassi e da adesso in avanti ad essere decisivi saranno i bilanci del fine settimana.»

Un altro limite dei rifugi alpini è quello dello scarso spazio interno che costringe ad utilizzare le terrazze esterne: bellissime ma sfruttabili solo col bel tempo. Ospiti nei 146 rifugi della montagna trentina sono stati per la maggior parte turisti stranieri (tedeschi, ma anche francesi e dell'Est Europa), ma con una precisa stagionalità: giugno è il mese dei turisti dell'Est, in luglio ed agosto maggioranza italiana, mentre settembre ed eventualmente il prolungamento stagionale di ottobre è tutto degli ospiti stranieri, in particolar modo dopo l'inizio delle scuole.

Quali sono le esigenze del turista che si ferma in un rifugio? «Chiede qualità. Non sono più i tempi della pasta asciutta scotta o del minestrone, per la serie tanto è un rifugio; o dei cameroni a più letti con bagno in comune. Adesso la richiesta è per la varietà del menù - risponde Iellici - che deve presentare una possibilità di scelta e di camere piccole ed accoglienti. Diciamo una cosa: per le mamme i figli sono diventati una specie di icona e non tollererebbero più quella vita spartana che caratterizzava qualche anno fa i rifugi.»

Per Alimonta non ci trova di fronte a delle richieste specifiche, ma il turista vuole trovarsi comodo anche in quota: «Forse una contraddizione perché in una zona montana isolata non si possono trovare le stesse offerte del paese, ma la gente non si adatta facilmente.» A settembre si giocano le ultime carte della stagione, ma senza eventi particolari: ci si affida solo alla clemenza del tempo.













Scuola & Ricerca

In primo piano