Negli scatti di Dino Panato la sua passione per lo sport 

Inaugurata ieri la mostra dedicata al nostro indimenticato fotografo Dalle Olimpiadi alla Champions fino alla seria A: «Sempre grande impegno» 


di Alice Sommavilla


TRENTO. “Passione”, è la parola che ricorre più spesso durante la presentazione della mostra “Grandi campioni, momenti di sport e record negli scatti di Dino Panato”. Un’occasione per celebrare, all’interno della cornice del festival dello sport, il grande fotografo recentemente scomparso. Storico fotografo di quello che è stato l’Alto Adige” prima e il Trentino poi, Panato nella sua intensa carriera ha saputo concentrare l’amore per lo sport (Olimpiadi, serie A, Champions League e non solo) e quello per la documentazione giornalistica dei principali eventi dell’attualità. Gli scatti esposti non hanno bisogno di didascalie se non per contestualizzarli. L’immagine di una concentratissima Tania Cagnotto a Sydney nel 2000; i muscoli tesi di Michael Johnson sulla linea di partenza ad Atlanta nel ‘96; lo sforzo sugli anelli di Yuri Chechi, sempre ad Atlanta, nello stesso anno. E poi ancora Usain Bolt a Pechino nel 2008, il record dell’ora di Francesco Moser e un ritratto di Miralem Pjanic con la maglia di quella Juventus che Dino tifava con passione. “La passione è stato il filo conduttore nel lavoro di mio padre” ricorda, non senza emozione, il figlio Daniele. Sono in tanti a rendere omaggio alla memoria di Dino, chi con aneddoti ironici, chi con ringraziamenti, tutti accomunati dal rispetto verso quello che è stato, oltre che un grande professionista, un grande uomo. Pignolo e perfezionista ma sempre con la battuta pronta. Affabile e scherzoso tanto con i giornalisti più affermati che con me, quando lo conobbi mentre muovevo i primissimi passi in questo ambiente. Dalle parole di chi oltre che collega gli è stato amico emerge tutta la stima verso un uomo entusiasta del suo mestiere, instancabile nel ricercare la critica costruttiva. “Due cose erano fondamentali per Dino- ricorda l’assessore Tiziano Uez- il lavoro, nel quale mostrava una dedizione ormai difficile da trovare; e la famiglia. Amava la moglie e i figli di un amore puro e sincero, per la famiglia avrebbe sacrificato tutto. La sua scomparsa, senz’altro prematura, ci lascia un’immensa nostalgia”. Così come Flaubert affermò che dopo la sua morte avrebbe continuato a vivere attraverso il personaggio di madame Bovary, Dino Panato continuerà a vivere, e ad essere rivissuto, attraverso i suoi scatti magistrali, potenti, emozionanti e, proprio per questo, immortali.















Scuola & Ricerca

In primo piano