Mutui casa, la Provincia di Trentoindaga sulle banche convenzionate

L’assessore Rossi vuol vederci chiaro e ha ordinato un’indagine su tutti gli istituti di credito per capire quali siano realmente le condizioni che potrebbero essere applicate



TRENTO. I mutui che fanno le banche ai beneficiari degli aiuti provinciali non rispettano le regole di mercato, ma sono sempre più alti. E non c’è verso di farli abbassare. Su questa faccenda l’assessore Rossi vuol vederci chiaro e ha ordinato un’indagine su tutti gli istituti di credito per capire quali siano realmente le condizioni che potrebbero essere applicate.
Per il momento gli appelli informali alle banche di tenere in conto il difficile momento delle famiglie sono caduti nel vuoto. «Ho semplicemente chiesto agli istituti - spiega l’assessore - che tengano conto della crisi e sui mutui siano più aderenti alle oscillazioni di mercato. Ora ho dato disposizione per un’indagine in modo da controllare quali siano effettivamente i tassi più “consoni” e con questi andrò a ricontrattare la convenzione. E mi auguro di trovare disponibilità e buon senso da parte delle banche. Altrimenti potremmo anche pensare di non fare convenzioni».
Il problema non è nuovo. Quando allo sportello bancario si rivolge un beneficiario di mutui agevolati provinciali per l’acquisto della casa, come per magia i tassi applicati non sono più quelli che si possono contrattare privatamente, ma sensibilmente più alti. E’ un automatismo che non ha molte spiegazioni, per la verità, anche se è vero che le banche sono costrette a sforzi superiori per il recupero di liquidità ingenti come quelle richieste in un botto solo dalla Provincia. L’ultimo piano finanziario appena approvato, per esempio, mette sul piatto 150 milioni di euro. Però è anche vero che il ritorno di quel prestito è assicurato al 100 per cento. Insomma, per le banche i pro sembrano essere ben più dei contro e quindi il tasso maggiore applicato non trova logica spiegazione. Soprattutto considerando che i mutui contrattati “privatamente” hanno un tasso decisamente inferiore.
«Chiediamo che ci sia più corrispondenza con i tassi correnti e un occhio di riguardo per le famiglie che mettono su casa in questo difficile periodo. Senza dimenticare che quelli sono soldi pubblici».
Alla fine dell’indagine, Rossi ha intenzione di verificare le differenze e presentarsi “preparato” al rinnovo della convenzione che dovrebbe contenere alcune “garanzie” aggiuntive come per esempio la possibilità di ricalcolare negli anni il mutuo qualora vi fossero variazioni sensibili dei tassi di riferimento. Attualmente viene fissato un tetto limite, oltre il quale non si può andare. Ma nulla vieta di richiedere un tasso inferiore, soprattutto quando sul mercato le cifre sono inferiori e di molto.
Intanto sull’edilizia agevolata Rossi ha bruciato le tappe varando il piano finanziario di 150 milioni e approvando il piano della distribuzione delle risorse sul territorio provinciale. «Lo abbiamo fatto in anticipo rispetto al solito - spiega - per offrire a ciascun territorio l’opportunità di organizzarsi al meglio sapendo in anticipo su quali risorse poter contare». Una particolare attenzione è stata riservata alle giovani coppie (con un aumento di risorse) e alle cooperative. L’obiettivo è quello di calmierare i prezzi del mercato degli alloggi, visto che le cooperative non prevedono ricavi per i costruttori.
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