sanità

Muore per una pancreatite, indagati 5 medici del S.Chiara

La vittima è Mario Marin, di Borgo Valsugana. Era stato ricoverato a causa dei sintomi acuti della malattia ed è deceduto in terapia intensiva a causa di uno shock settico dopo 3 giorni


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. E’ morto dopo tre giorni di sofferenze. Mario Marin, di Borgo Valsugana, era entrato in ospedale, al Santa Chiara di Trento, in seguito a una pancreatite acuta. Ma dopo due giorni, le sue condizioni sono peggiorate ed è stato ricoverato in terapia intensiva dove è morto il 20 aprile 2013 a causa di uno shock settico, ossia una grave infezione con sepsi. Adesso, per quella morte sono indagati per omicidio colposo cinque medici del Santa Chiara. Il pubblico ministero Marco Gallina ha aperto un’inchiesta dopo che i figli dell’uomo hanno presentato una denuncia. Nelle scorse settimane, il pm ha chiesto al gip di affidare con incidente probatorio una perizia per poter valutare le eventuali responsabilità dei medici che hanno avuto in cura l’uomo. L’udienza è già stata fissata. Sul registro degli indagati sono finiti i nomi di tutti i medici che sono stati coinvolti nella cura di Marin, dal momento del suo ricovero fino al momento della morte. La perizia dovrà stabilire se ci sono delle responsabilità e a carico di quali medici. Le difese potranno nominare dei periti di parte che potranno affiancare quello nominato dal giudice. L’ipotesi accusatoria è che i medici avrebbero potuto agire diversamente per evitare la morte del paziente. In particolare, si vuole verificare se avrebbero potuto disporre un intervento d’urgenza oppure adottare una terapia diversa da quella applicata al termine della quale c’è stato un esito funesto.

Marin si era sentito male pochi giorni prima di morire. La pancreatite acuta si verifica all’improvviso: può essere grave e mettere in pericolo la vita del paziente per via delle numerose complicazioni. Di solito è comunque una malattia curabile. Per questo i figli dell’uomo hanno deciso di presentare denuncia. Marin è stato ricoverato per due giorni nel reparto di chirurgia del Santa Chiara. Durante questi giorni, è stato chiesta la consulenza di medici di altri reparti. Poi, però, le condizioni di Marin sono peggiorate a causa dell’infezione ed è arrivato il trasferimento in terapia intensiva. Ormai, però, le sue condizioni erano compromesse e non c’è stato niente da fare. Il perito adesso dovrà dire se c’è stato un errore da parte dei medici e, in questo caso, dovrà dire in quale fase del breve ricovero c’è stato lo sbaglio. L’esito dell’inchiesta, però, si preannuncia come tutt’altro che scontato. Diverse sentenze della Cassazione hanno stabilito che, per arrivare ad affermare la responsabilità penale dei medici, si debba dimostrare che, se si fossero comportati in maniera diversa, l’esito sarebbe stato sicuramente diverso dalla morte. Ed è molto difficile arrivare a questa sicurezza. I figli dell’uomo, però, hanno chiesto che la giustizia faccia chiarezza sulla morte di Marin. Spetta adesso al perito che verrà nominato dal gip di Trento stabilire se ci sono gli estremi per arrivare a formulare l’accusa nei confronti dei medici.













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