il caso

Multa del fisco, esasperato minaccia la funzionaria

L’uomo è il marito di una nota imprenditrice della Rotaliana che doveva pagare 240 mila euro. Oggi patteggerà la pena



TRENTO. Era disperato, esasperato dalle cartelle verdi che l'Agenzia delle Entrate continuava a inviare alla moglie, una nota imprenditrice del settore tessile della piana Rotaliana. Dopo una verifica fiscale l'imprenditrice trovò con l'Agenzia delle Entrate un accordo. Così ha dovuto pagare 240 mila euro al fisco. Inizialmente la somma contestata era molto più alta, ma poi le due parti hanno trovato un accordo sui 240 mila euro da pagare a rate.

Nel giugno 2013, però, sono iniziate ad arrivare alla funzionaria dell'Agenzia delle entrate che ha seguito la pratica una serie di lettere minatorie. Si trattava di missive con toni molto pesanti. Contenevano ingiurie e anche una serie di velate minacce. Ogni lettera veniva firmata con una sigla che stava per "rovinati da..." con aggiunte le iniziali della funzionaria. Alcune di queste lettere sono state inviate anche al marito della funzionaria. E queste continue minacce avevano creato un clima di paura nella sua famiglia. Alla fine, sono state almeno 11 le lettere inviate.

A questo punto, la funzionaria ha presentato denuncia alla squadra mobile di Trento. E' partita l'inchiesta coordinata dal Procuratore Giuseppe Amato. La funzionaria nella denuncia ha messo in rilievo che nelle lettere venivano usate alcune espressioni che erano state usate durante processo verbale di contestazione nei confronti dell'imprenditrice. Così le indagini si sono immediatamente dirette su di lei. Gli uomini della mobile hanno effettuato alcune perquisizioni ed è emerso che le lettere erano state scritte dal computer dell'ufficio del marito della donna. L'uomo è stato convocato per un interrogatorio e, dopo alcune incertezze, ha confessato. Ha spiegato che la moglie non era a conoscenza di quello che lui aveva fatto. Ha detto che aveva deciso di vendicarsi sulla funzionaria perché, dopo quell'accertamento, la moglie era letteralmente disperata e l'azienda aveva iniziato ad andare male.

Alla fine della confessione, il procuratore Amato e la difesa hanno concordato un patteggiamento a 2 mila euro di multa che sarà ratificato oggi davanti al giudice Carlo Ancona.













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