Missione Pd: salvare Andreatta

Serra: «Aspettare i congressi». Panizza: «Non vogliamo rompere». E Cia è già corteggiato per il voto


di Luca Marognoli


TRENTO. Prove di dialogo tra Pd e Patt a Palazzo Thun per evitare che la crisi sfoci in una caduta della giunta Andreatta. Ieri sera i democratici hanno incontrato il sindaco in attesa della verifica di maggioranza di domani. Il capogruppo Paolo Serra ostenta ottimismo: «Siamo fiduciosi che si andrà avanti. Al vertice vedremo cosa verranno a dire gli altri partiti della coalizione e in che modi lo faranno. È ormai chiaro che ci sono consiglieri che non si si sentono rappresentati dai partiti in aula: Panetta ha detto che lui è dell'Upt... Ma qui stiamo parlando di questioni personali, non di strategia politica». Il Pd in questa circostanza si è dimostrato coeso. E nei giorni scorsi ha anche fatto la voce grossa con gli alleati, minacciando di mandare tutti a casa se i franchi tiratori non torneranno nei ranghi: «I nodi vanno risolti, certo: non si può andare avanti con il patema d'animo». Però Serra sembra accontentarsi anche di un “cessate il fuoco” temporaneo: «Probabilmente si congelerà tutto, in attesa dei congressi di Upt e Patt. Sarebbe già un risultato, perché l'importante è fare le cose concrete per la città».

Parole distensive anche da Franco Panizza, segretario provinciale delle Stelle alpine: «Non posso parlare per il gruppo comunale, ma credo di poter dire che non ci sono divergenze e fratture insanabili. Nessuna volontà di rompere alleanze e destabilizzare la coalizione: semplicemente di renderla più forte, con un intento costruttivo. Nel concreto, sui problemi della città vogliamo essere coinvolti di più. Abbiamo una sezione che è molto vivace nel portare proposte e lamentiamo il fatto che sono prese poco in considerazione dall'amministrazione e che il sindaco tende a fare da solo. Si tratta di trovare un metodo che valorizzi di più le idee di tutti».

Intanto è bastata la parola magica “dimissioni”, anche se pronunciata nell’incontro fra sindaco e capigruppo di maggioranza allo scopo di scoraggiare strappi pericolosi, per scatenare la fantasia delle minoranze, che già sognano il ritorno alle urne. Claudio Cia, l’ex candidato sindaco, è stato contattato da più partiti delle opposizioni per chiedergli di “scaldare i motori” in vista di una nuova campagna elettorale, invito che il consigliere provinciale della Civica sembra però intenzionato a declinare. Se davvero si dovesse andare di nuovo al voto, è opinione comune nel centrodestra che ad esprimere il candidato sindaco dovrebbe essere la Lega pigliatutto che alle elezioni era stata il partito più votato. È decisamente prematuro parlarne. Ma intanto in un nota Cia parla di un Andreatta «appeso a un filo» e suona la carica. «Patt e Upt - dice l’esponente della Civica - sono sempre più insofferenti e scontenti di un sindaco che non ha saputo assicurare le careghe promesse, perché questo è il nocciolo della questione. Tutte le altre recriminazioni sono chiaramente degli alibi». «Ora che i nodi sono venuti al pettine, per il bene della città speriamo vadano tutti a casa. In tal caso il centrodestra deve essere pronto per ripresentarsi unito. Trento potrebbe diventare il laboratorio dove scoprire che si può governare anche senza il Pd». Ci pensa Paolo Serra a raffreddare i bollenti spiriti delle minoranze: «Siamo contenti per loro, che credono ancora nelle favole».













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