Minori richiedenti asilo Un fenomeno in crescita

Danilo Gilli, del centro di prima accoglienza di Roncafort: «Gestiamo l’emergenza Arrivano da soli perché spesso i genitori non hanno i soldi per partire con loro»


di Daniele Peretti


TRENTO. L'accoglienza di minori non accompagnati si trova di fronte ad un fenomeno in rapido cambiamento: è nettamente diminuita la migrazione di minori non accompagnati, mentre è cresciuta quella di minori richiedenti asilo. Sta raggiungendo significative percentuali l'arrivo di ragazze anche molto giovani, esposte oltre ai normali rischi anche a quello della tratta per prostituzione. Praticamente azzerata la migrazione minorile da Albania e Marocco, sostituita da quella dal Centro Africa e dal Bangladesh.

Per i minori operano più strutture, in Trentino coordinate da Cinformi, ci sono dei centri di prima accoglienza, alle quali seguono le comunità alloggio e quindi l'inserimento finale. Al momento i minori sono 66. Danilo Gilli è il responsabile del centro di prima accoglienza di Roncafort, prossimo al trasferimento a Gardolo, nel quale sono presenti 7 ragazzi: «Gestiamo l'emergenza, ovvero una prima accoglienza nella quale diamo da mangiare, vestiamo i ragazzi e facciamo le prime analisi sanitarie. Da noi il soggiorno è forzatamente breve, perché gli arrivi non sono programmati e quindi dobbiamo avere sempre la possibilità di ospitare».

Come stabilire l'età? «Nella maggior parte dei casi vale l'autocertificazione, qualcuno ha una copia dell'estratto del certificato di nascita. Sono però accertamenti che quando sono arrivati da noi, sono già stati fatti.»

Minori non accompagnati perché? «Spesso i genitori dopo aver fatto il viaggio insieme, sono rimasti sulle spiagge degli imbarchi perché non avevano abbastanza soldi per pagare la traversata di tutti. In altri casi i ragazzi sono accompagnati fino all'ultimo tratto e poi i genitori tornano indietro, anche per evitare di essere identificati o di far identificare i possibili parenti fino al quarto grado già in Italia che, per legge, dovrebbero contribuire al mantenimento dei ragazzi. Di certo i minori bengalesi il viaggio lo hanno fatto da soli, mentre per i nativi del Centro Africa è meno frequente.»

Scolarizzazione: il primo ostacolo è la lingua? «Arrivano sempre meno minori che almeno capiscono l'italiano e noi, pur non essendo insegnanti, cerchiamo di insegnarglielo sin dai primi momenti. Poi per chi ha meno di 16 anni vale la legge italiana che prevede l'obbligo della frequenza scolastica e quindi si parte dall'insegnamento della lingua e spesso dall'alfabetizzazione. Per i più grandi il percorso è gestito dai centri EDA.»

Richiedenti asilo: e se la domanda viene respinta? «Entrano nel programma di protezione per minori non accompagnati che di fatto li garantisce fino alla maggiore età. A quel punto o ci sono i presupposti per il permesso di lavoro, oppure diventano clandestini».













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