Minaccia la moglie col coltello alla gola

Arrestato un 43enne di Cunevo: ci sarebbero stati vari episodi anche davanti ai figli. Il legale: è disperato e chiede perdono



CUNEVO. Nel maggio scorso si era parlato di lui perché - disperato e piegato da una grave crisi economica che gli impediva di provvedere alle esigenze della moglie e dei tre figli - era arrivato a rapinare un farmacia nel centro di Trento. Rapina maldestra tanto che l’uomo era uscito dal negozio chiedendo scusa e i rapinati avevano anche rinunciato ai 500 euro offerti dall’uomo a titolo di risarcimento simbolico. Dopo il processo - con una condanna decisamente lieve - era tornato a casa. E domenica sera è stato, però, nuovamente arrestato, questa volta con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. La telefonata che ha allertato i carabinieri di Denno è arrivata dalla moglie dell’uomo che sarebbe stata stanca di subire le minacce e i maltrattamenti da parte del coniuge. L’uomo in base a quanto è stato ricostruito dai militari dell’Arma, da alcune settimane, con regolarità, aveva preso ad usare violenza nei confronti della moglie. In una circostanza si era perfino spinto a minacciarla puntandole un coltello da cucina alla gola. Il fatto che tutto questo fosse di sovente accaduto alla presenza dei figli minori della coppia ha, aggravato la posizione del 43enne, che perciò è stato ammanettato e portato in carcere a Spini. Un arresto permesso in parte anche in virtù delle nuove leggi che sono state introdotte con il decreto contro il femminicidio. E ora per lui ci sarà la convalida dell’arresto e quella potrebbe essere l’occasione in cui spiegare come sono andate le cose dal suo punto di vista.

Intanto ieri pomeriggio ha ricevuto in carcere la visita del suo legale, l’avvocato Claudio Tasin che lo descrive come un uomo provato, un uomo distrutto. Avrebbe ribadito più volte che non aveva alcuna volontà di far del male a sua moglie ma che quello che è avvenuto era all’interno di litigi nella coppia. Ha chiesto anche più volte perdono e ora per lui si potrebbe prospettare un percorso di aiuto per aiutarlo a superare il momento e che possa servire per ritrovare la serenità. Serenità che raccontava l’uomo dopo l’arresto per la rapina alla farmacia, aveva perso a causa della disoccupazione. La mancanze di lavoro e quindi di un introito certo e bastevole per assicurare una vita dignitosa alla sua famiglia lo avrebbero sfiancato così nel profondo a spingere lui - uomo descritto come normale e mite - a prendere in mano un coltello da sub, minacciare una farmacista e andarsene con 900 euro in contanti.

Dopo meno di cinque mesi, però, si ritrova ancora nei guai, si ritrova in carcere con un’accusa molto pesante come quella di maltrattamenti in famiglia aggravati.

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