Maxi consulenze per l’inceneritore: esposto di Nimby

L’associazione ricorre alla Corte dei Conti: «Spesi invano 422 mila euro». Ma il progetto ormai sembra arenato



TRENTO. Dieci anni di discussioni, studi e polemiche. Consulenze e spese per 420 mila euro. Battaglie senza quartiere. E tutto per arrivare a un nulla di fatto. L’inceneritore di Trento non sarà mai costruito, ma è costato fior di soldoni alla collettività. Adesso, però, Nimby, l’associazione che è sempre stata in prima linea contro la costruzione dell’inceneritore che avrebbe dovuto sorgere a Ischia Podetti, presenta il conto. L’associazione, che è assistita dall’avvocato Maria Cristina Osele ha presentato un esposto alla Corte dei Conti già nel maggio 2011 e poi lo ha integrato nel 2012. Secondo Nimby per l’inceneritore che non verrà mai costruito sono stati spesi 422 mila euro. Soldi finiti soprattutto in consulenze e parcelle di avvocati. Nimby ipotizza che si tratti di soldi spesi inutilmente, visto che le consulenze potevano essere svolte da dipendenti di Comune e Provincia, e chiede alla Procura della Corte dei Conti di verificare se non vi sia sperpero di denaro pubblico e, quindi, danno erariale.

Nell’esposto vengono elencate in maniera molto precisa tutte le spese sostenute sia dalla Provincia di Trento che dal Comune. Vengono indicati tutti gli atti amministrativi, soprattutto delibere, con i quali sono state autorizzate le spese. A leggere la lista delle spese, si ripercorre la storia dell’inceneritore. Nel periodo tra il 2008 e il 2010 sono stati spesi 378.925 euro. La maggior parte delle spese è stata per consulenze per permettere un approfondimento tecnico-giuridico della questione. Nell’esposto si sostiene che consulenze anche molto costose, come quella da 80 mila euro corrisposti a un avvocato, sono state assegnate senza alcun confronto concorrenziale. Inoltre, si spiega che, in molti casi, all’interno dell’amministrazione c’erano le professionalità in grado di poter svolgere gli incarichi senza ulteriore aggravio per le casse pubbliche. Nell’esposto si sostiene anche che i consulenti esterni avrebbero commesso errori grossolani nell’elaborazione e nella taratura del bando di gara per la costruzione dell’inceneritore. In un’integrazione dell’anno scorso, Nimby contesta anche la consulenza da 41.180 euro per lo studio di fattibilità di una rete di teleriscaldamento collegata all’inceneritore. Tutti progetti finiti nel cestino.

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