la sentenza

Maxi condanna per il medico senza laurea

Riva, secondo la Corte dei Conti: Stampini deve risarcire l’Azienda sanitaria restituendo i 13 anni di stipendi percepiti dall’Ospedale



RIVA. Per tredici anni ha esercitato la professione di medico all’ospedale di Riva, occupando persino il ruolo di primario, ma non aveva nemmeno la laurea. Con questa accusa la Corte dei Conti di Trento ha condannato Andrea Stampini al pagamento di quasi mezzo milione di euro (per l’esattezza, 483.633 euro e 80 centesimi, più la rivalutazione monetaria) in stipendi arretrati netti percepiti dall’Azienda sanitaria. Nell’istruttoria, è emerso come Stampini avesse prodotto ai tempi della prima assunzione una copia del certificato sostitutivo della laurea in medicina e chirurgia, che sarebbe stata conseguita il 2 giugno 1978 all’Università di Bologna, ma secondo quanto accertato dai carabinieri del Nas si trattava in realtà di un falso. Stampini risultava essersi iscritto nel 1969/70 a Scienze matematiche, fisiche e naturali all’Università di Ferrara, passato nel dicembre del 1969 a medicina e chirurgia e dooi aver sostenuto sette esami si era trasferito nel 1974/75 all’università di Bologna, dove però non risulta aver sostenuto alcun esame ed è stato dichiarato decaduto dagli studi il 31 marzo 1984. Il certificato sostitutivo redatto su carta intesta dell’Università di Bologna non corrisponde, con quel numero identificati vo, ad alcuna posizione dell’ufficio Esami di Stato dell’ateneo bolognese ed è quindi ritenuto un falso. Non solo: l’Ordine dei medici di Ferrara ha decretato il 30 settemb re 2015 la decadenza i Stampini dall’iscrizione all’Albo professionale.

A Riva, Stampini aveva lavorato dal 1985, dapprima come aiuto, e in seguito in qualità di primario del reparto di Ostetricia e ginecologia e infine come responsabile del modulo organizzativo di Endoscopia ginecologica, malgrado fosse sprovvisto del titolo di laurea e della necessaria abilitazione alla professione medica. La spiegazione dei legali di Stampini è stata un’ipotesi di smarrimento della documentazione, negli anni turbolenti della contestazione (erano gli anni 70 in una piazza “calda” come Bologna), ma non è stata sostenuta da alcuna prova. «E nemmeno da indizi» aggiunge la sentenza della Corte dei Conti, rimarcando come svolgere un’attività professionale sine titulo, tanto più quella di medico, comporti un implicito pericolo per la salute dei cittadini, e a nulla vale che i difensori ricordino come Stampini abbia comunque lavorato in ospedale. L’Azienda sanitaria chiedeva di ritorno gli importi lordi dal 1985 al 1998, per un totale di 788.706,95 euro. La Corte dei Conti ha invece assegnato all’azienda “solo” la sommatoria degli importi netti percepiti, più la rivalutazione e le spese di giudizio, quantificate in 4.057,66 euro. (gi.l.)

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