«Matrimoni e comunioni, più sobrietà»

Il Consiglio pastorale diocesano contro le celebrazioni troppo ricche e spettacolari: «C’è la crisi, riscoprire i veri valori»



TRENTO. La ricetta anti-crisi della diocesi di Trento? «Più concentrazione sulle persone e meno sul profitto, riscoprendo i valori fondamentali della vita, della solidarietà vera, della prossimità con chi è colpito dalla crisi e verso le loro famiglie». E ancora: «Uno stile di vita più sobrio deve trovare un’attuazione concreta a partire dalla vita delle comunità cristiane stesse, anzitutto nelle celebrazioni dei sacramenti come i matrimoni, le prime comunioni, la cresima, dove la sobrietà viene troppo spesso dimenticata a scapito della stessa fede».

Sono i passaggi più importanti del Consiglio Pastorale diocesano, presieduto dall’arcivescovo Luigi Bressan, che si è riunito a Trento alla presenza del vicario generale monsignor Lauro Tisi, per discutere il tema “La Chiesa di Trento di fronte alla crisi”.

Davanti al diffondersi della disoccupazione, alla forzata chiusura di numerose aziende tra le quali spiccano numerose quelle edili, alle numerose domande di lavoro che pervengono anche presso la Curia diocesana, la segreteria del Consiglio ha deciso di soffermarsi su questo tema. Michele Andreaus, docente di economia aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Trento, ha descritto l’attuale contesto precisando che il nostro tempo è caratterizzato dalla contemporaneità di numerose crisi: economica, finanziaria, politica, sociale, religiosa.

La sfiducia che si è generata tra gli istituti bancari, l’indecisione di una Europa che si rivela unità monetaria ma non ancora unità politica, la mancanza di speranza delle giovani generazioni rivelano che non ci troviamo di fronte a una crisi congiunturale ma a una crisi sistemica, che mette in luce come negli ultimi 15 anni si sia vissuti al di sopra delle reali possibilità.

Per esemplificare la situazione di difficoltà in cui versano le imprese edili, un imprenditore ha presentato al Consiglio alcuni dati inerenti la realtà nazionale da cui emerge l’assenza di investimenti esteri, la riduzione di quelli pubblici, una lentezza burocratica scoraggiante, la frammentazione di tante piccole imprese, più accentuata nel nostro Trentino. Nella nostra Provincia si è cercato di sostenere il settore, ma restano anche da noi difficoltà nel concedere credito, aste complesse, procedure amministrative farraginose e la continua crescita di dismissioni (disoccupati). È evidente che anche l’attività dell’edilizia dovrà cambiare: in prospettiva si dovrà pensare più a ristrutturazioni e restauri che a nuove costruzioni abitative, al rinnovo di servizi, a infrastrutture, ma oggi si sente che manca ancora un “sistema Paese”.

Il Consiglio Pastorale diocesano ha preso atto di una situazione che trova riscontro anche all’interno del Consiglio stesso (due componenti sono disoccupati in cerca di lavoro) e ritiene che «non ci si debba lasciare sopraffare dallo sconforto e da un atteggiamento passivamente rassegnato. Questo nostro tempo chiede che si debba annunciare anche oggi la priorità della persona sul profitto, la fiducia nel futuro, nella certezza che Cristo abita anche questa nostra storia umana; chiede inoltre che si riscoprano e si vivano con coerenza i valori fondamentali della vita, della solidarietà vera, della prossimità con chi è colpito dalla crisi e verso le loro famiglie, come pure verso gli imprenditori che devono affrontare una realtà tanto complessa».

Si è anche rilevato come il sistema politico italiano «non abbia saputo rinnovarsi nei suoi più alti esponenti e dia una testimonianza di poco interesse per il bene comune. Come ricordato anche nel recente Convegno ecclesiale di Aquileia, occorre formare a un approccio politico che sia reale servizio e non ricerca di tornaconto personale o di parte».













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