crisi ad ala

Martinelli ha licenziato 70 lavoratori

Ieri la consegna delle lettere ai dipendenti: molti di loro attendono ancora il pagamento degli arretrati per tre mesi


di Paolo Tagliente


ALA. La lunga telenovela di Martinelli Trasporti s’è arricchita di una nuova puntata: l’azienda ha convocato 70 lavoratori e ha consegnato loro la lettera di licenziamento. Settanta sui 120 attuali dipendenti dell’azienda e molti di loro attendono ancora gli stipendi arretrati dei mesi di luglio, agosto e settembre dello scorso anno.

«Tra i licenziati – spiega Giovanni La Spada della Confederazione Cobas, che ieri pomeriggio era davanti ai cancelli dell’azienda alense – ci sono anche autisti che nei mesi scorsi avevano già presentato le loro dimissioni e che stanno attendendo ancora l’ultima busta paga con il Tfr, il pagamento delle ferie non godute e una serie di altre voci. Hanno ricevuto degli acconti, è vero, ma non l’intera cifra che è loro dovuta. D’altra parte, anche chi è stato licenziato oggi non ha ricevuto alcuna busta paga, ma solo una lettera. Una comunicazione ufficiale necessaria per poter essere inseriti nelle liste di mobilità. Con le lettere consegnate oggi – conclude La Spada – scompare di fatto un’altra importante realtà lagarina. E purtroppo se ne va con il beneplacito dei sindacati».

L’ultima parte della telenovela è iniziata ad ottobre dello scorso anno, quando gli autisti hanno denunciato che l’importante azienda di trasporti per cui lavoravano non li pagava da luglio. Ne era seguito un lungo braccio di ferro per “costringere” Martinelli a versare ai lavoratori i quasi 400mila euro a cui ammontavano complessivamente gli arretrati, ma anche per dare garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali. Denaro che era nelle casse ma che era stato congelato da Equitalia e a cui l’azienda avrebbe potuto attingere solo con l’autorizzazione del giudice. Autorizzazione richiesta più volte, ma sempre negata per l’insufficienza della documentazione presentata da Martinelli Trasporti.

Era stata chiesta la mediazione della Provincia, che all’azienda alense aveva versato nel 2011 ben 12 milioni e mezzo attraverso un contratto di lease-back, e numerosi erano stati gli incontri a Trento con l’assessore Olivi e i funzionari di Confidi, che s’era detta disponibile ad anticipare il denaro per gli arretrati. Non erano mancati i momenti di tensione e di scontro, anche fisico, che il 10 dicembre scorso erano sfociati in veri e propri tafferugli davanti ai cancelli dell’azienda e con l’intervento di polizia e carabinieri che avevano lanciato lacrimogeni e spostato a forza i lavoratori che, in sciopero, seduti all’entrata, impedivano l’entrata e l’uscita dei camion. Ora i licenziamenti.













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