Marangoni, licenziamenti scongiurati

Intesa tra azienda e sindacati: cassa integrazione prorogata di altri 6 mesi



ROVERETO. I 35 dipendenti che la Marangoni intendeva mettere in mobilità non saranno licenziati. Questo il numero degli esuberi presentato ieri dall'azienda ai sindacati nell'incontro di palazzo Stella a Trento, sede della Confindustria. Padrone di casa Giovanni Anichini, da una parte del tavolo il direttore generale dell'impresa, Mario Balzarini. Dall'altra Mario Cerutti (Cgil), Corrado Dalvit (Cisl) e Alan Tancredi (Uil).

Come preannunciato nei giorni scorsi, la Marangoni doveva presentare la lista di mobilità in base al piano di riorganizzazione. Nei confronti del quale, visto il momento generale di difficoltà, anche l'assessore provinciale all'industria Alessandro Olivi aveva invitato l'azienda a fare un passo indietro. In sede di trattativa i sindacati hanno rilanciato chiedendo che fosse prolungata la cassa integrazione guadagni straordinaria fin qui "goduta" (pari a 18 mesi), sino ad arrivare a due anni.

Sei mesi di respiro durante i quali non solo le condizioni di mercato potrebbero cambiare, ci si augura, ma sarà garantita la copertura economica ai dipendenti.  Di fronte alla proposta, i vertici dell'impresa hanno chiesto un break. Dopo poco più di mezz'ora si sono ripresentati al tavolo dichiarando la propria disponibilità a verificare l'ipotesi avanzata dai sindacati. Tantochè la prossima settimana la Marangoni sarà a Roma, al ministero del Lavoro, per verificare la praticabilità della Cigs, nel caso richiederla e avviare la procedura.

Nei dettagli non si è entrati ma se partirà la proroga della cassa integrazione guadagni staordinaria dovrebbe riguardare tra le 20 e le 25 unità lavorative. Parte delle quali, probabilmente su base volontaria. Un'altra fetta riguarderebbe chi è più vicino alla pensione. Rimarrebbe fuori, indicativamente, una quota tra gli 8 e i 12 dipendenti che potrebbe essere avviata alla mobilità ma c'è ancora del tempo, e i sindacati ci contano, per cercare di ridurre ulteriormente le uscite.

Al termine dell'incontro la Marangoni, in una nota, evidenzia «l'importanza di quanto emerso nel confronto che conferma, nei distinti ruoli, il reciproco impegno e responsabilità per raggiungere un'intesa di valenza positiva».

L'assessore Olivi sottolinea la propria soddisfazione. «Questa volta - afferma - l'appello della politica che ho lanciato è stato accolto, con senso di responsabilità da parte dell'azienda. E ciò dimostra che è possibile gestire queste situazioni per non intaccare i livelli occupazionali».

Da parte sindacale, Cerruti, della Filcem-Cigl, afferma che «con questa intesa si è aperta una prospettiva positiva che potrà portare a trovare le soluzioni necessarie alla salvaguardia dei livelli occupazionali». Corrado Dalvit, della Femca-Cisl, nota come «rispetto a quello prospettato, ci si sia indirizzati verso un percorso diverso». «Quello intavolato con l'azienda - prosegue - è un buon passaggio, positivo, per proseguire il confronto ma anche un segnale che può valere per altre realtà del territorio provinciale».

Alan Tancredi (Uilta-Uil) guarda all'impatto sociale che una decisione drastica avrebbe provocato. «Con questa intesa raggiunta - sostiene il sindacalista - si è cercato di ridurre al minimo i danni a cui una scelta diversa avrebbe portato. Siamo riusciti a rimescolare le carte. E l'intesa è senz'altro un segnale positivo. Ora bisogna proseguire su questa strada, il lavoro non è finito».













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