Manovra, Tremonti attacca le regionispeciali: "Più soldi dal ricco Trentino"

"È arrivato il momento - ha detto il ministro - di applicare la logica evangelica: chi più ha, può dare di più". E poi l’attacco frontale al Trentino. "Pensiamo che le Regioni - ha aggiunto - possano essere considerate come un comparto complessivo; tra le speciali ce ne sono alcune che hanno moltissimo, alcune sono nel nord e penso per esempio al Trentino". La replica di Dellai: "Abbiamo già dato, ci sono degli accordi da rispettare"



TRENTO. L’attacco al Trentino del ministro dell’Economia Giulio Tremonti arriva al termine dell’incontro con le Regioni sulla Finanziaria. «Chi più ha, può dare di più», ha tuonato. «Penso al Trentino». Replica del governatore Lorenzo Dellai. «Una provocazione, abbiamo già dato».

Alla luce delle dichiarazioni del ministro Tremonti, oggi stesso il presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai, sarà a Roma in occasione dell’incontro tra i presidenti delle Regioni. «Non ci sarei dovuto andare - ha spiegato ieri sera - ma ho cambiato i programmi perché voglio capire personalmente come stanno le cose. Non devo andare a chiedere nulla a nessuno - ha continuato - voglio semplicemente presidiare il territorio per vedere che non ci siano incursioni indebite in un percorso già definito e vigilerò affinché non ci siano deviazioni non previste».

Il governatore Dellai si riferisce al Patto di Milano siglato nel dicembre 2010 alla presenza dei ministri Tremonti e Calderoli. «Trento e Bolzano sono le uniche province che hanno siglato un accordo che è stato trasformato in legge. Così, abbiamo già assolto il nostro dovere verso lo Stato. Non possiamo essere chiamati due volte ad assumerci le nostre responsabilità e non siamo disposti a subire un aumento di pressione su questo punto. Ripeto, abbiamo già dato. Per il resto c’è il patto di stabilità per il quale il governo ha previsto un contenimento di spesa di 50 milioni nel 2011 e di altri 100 milioni tra il 2012 ed il 2013. Cifre che riteniamo proporzionate. Ma non si può andare oltre». Dellai ha etichettato l’attacco di Tremonti come una «provocazione» dettata da un «clima teso a livello nazionale». «La situazione è difficile - ha concluso - e mi aspettavo che cercassero di rosicchiare qualcosa alle Regioni a statuto speciale, ma noi abbiamo già fatto la nostra parte».

Giulio Tremonti
, dal canto suo, è stato fin troppo chiaro. Al termine dell’incontro con le Regioni sulla manovra Finanziaria da «lacrime e sangue», un lancio d’agenzia ha riportato le sue dichiarazioni. «È arrivato il momento - ha detto - di applicare la logica evangelica: chi più ha, può dare di più». E poi l’attacco frontale al Trentino. «Pensiamo che le Regioni - ha aggiunto - possano essere considerate come un comparto complessivo; tra le speciali ce ne sono alcune che hanno moltissimo, alcune sono nel nord e penso per esempio al Trentino. Presumo che possano concorrere un po’ di più». Insomma, sacrifici per tutto, partendo da chi sta meglio. Prospettiva che il ministro Tremonti, però, non aveva ipotizzato solo qualche settimana fa quando, ospite della Cisl a Levico Terme, si era rifiutato di parlare coi giornalisti su possibili ricadute per la nostra provincia.

Le parole del ministro dell’Economia preoccupano anche Marino Simoni, presidente del Consorzio dei Comuni. «Purtroppo - ha affermato - se lo Stato chiede a tutti uno sforzo ulteriore, non ci si può tirare indietro. Se questa nuova situazione dovesse interessare la nostra Provincia, ci sarebbero inevitabili ricadute sui Comuni e questi ci preoccupa perché purtroppo stiamo ragionando a vista, senza punti di riferimento precisi. C’è il rischio - ha concluso - che questi eventuali provvedimenti ci arrivino tra capo e collo impedendoci di mettere in moto azioni per proteggere quanto di virtuoso è stato fatto in questi anni».

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