Trento

Madri trentine in fuga verso l’Alto Adige

In 5 anni 1.764 parti fuori Trentino: il 7% del totale. Le preferenze? Bolzano e Vipiteno



TRENTO. Sono 1.764 i neonati che fra il 2010 e il 2014 sono stati messi al mondo da madri trentine negli ospedali fuori provincia. Queste nascite “oltre confine” sono pari al 7% delle nascite totali, con un tendenza alla diminuzione, ma ugualmente l’azienda sanitaria, nel momento in cui i nostri punti nascita periferici rischiano la chiusura perché non hanno un numero sufficiente di nascite all’anno, ha predisposto uno studio sulla “fuga delle madri”. Con alcune sorprese: mentre dalle valli trentine parte l’allarme per le madri che - con la chiusura dei punti nascita periferici - dovrebbero correre a Trento “rischiando di partorire durante il viaggio”, si scopre che ci sono centinaia di madri che decidono di partorire altrove, sobbarcandosi trasferimenti di centinaia di chilometri.

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Chi sono?

Si tratta di donne che hanno un’età e un livello di istruzione superiore rispetto alla media delle madri trentine. Generalmente sono in buona salute e soprattutto sono protagoniste di gravidanze che non presentano profili di rischio o complicazioni particolari, tanto che decidono volontariamente di affrontare trasferimenti in vista del parto che in alcuni casi possono essere anche molto lunghi.

Dove abitano?

Il maggior numero delle “madri in fuga” proviene dalla valle dell’Adige. Ma in termini percentuali le comunità di valle più coinvolte sono Fassa, Primiero (dove non vengono considerate in “fuga” le madri che partoriscono a Feltre, cioè l’ospedale di riferimento) e Rotaliana dove l’Alto Adige è una tentazione vicina.

Dove vanno?

Gli ospedali più “gettonati” sono quelli di Bolzano, Vipiteno e Merano che da soli accolgono oltre il 56% delle madri in arrivo dal Trentino. In alcuni casi - si legge nel rapporto dell’azienda sanitaria - la scelta avviene per ragioni di confine (tipico il caso del madri fassane che, per il 16 per cento, preferiscono Bolzano a Cavalese) ma anche l’azienda sanitaria di Trento conclude che per una buona percentuale di donne, in particolare quelle dirette in Alto Adige, si tratta di una scelta precisa. Curioso che tra gli ospedali scelti ci sia quello di Vipiteno, noto per il parto in acqua, che è a rischio chiusura perché sotto la soglia dei 500 parti all’anno, proprio come i punti nascita periferici trentini. Solo 7 madri hanno scelto la clinica privata Villa Maria di Bolzano (anch’essa sotto la soglia).

La tendenza

L’azienda sanitaria mette in evidenza che si tratta di un trend in diminuzione (-37% negli ultimi 5 anni) ma anche a causa del calo delle nascite. Se la metà di queste madri in trasferta partorisse nei propri ospedali - si legge nello studio - non basterebbe comunque ai punti nascita periferici per raggiungere le soglie ministeriali.

Le distanze

Non c’è distanza che tenga di fronte alla scelta di una madre. Quelle che devono affrontare le distanze maggiori sono le “mamme in trasferta” dal Primiero che si sobbarcano in media 149 chilometri in più rispetto all’ospedale di riferimento. L’azienda sanitaria sta preparando uno secondo studio per capire le ragioni della “fuga”. Tutto questo mentre la giunta provinciale attende la deroga per tenere aperti i punti nascita di Tione, Arco, Cles e Cavalese.













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