Madre condannata: non ha difesole figlie dalle molestie del compagno

La donna aveva lasciato che le sue due figlie, una di appena 12 anni, subissero violenze da parte del suo compagno, un carabiniere di 39 anni in servizio presso la Banca d'Italia già condannato a due anni in seguito al patteggiamento. I fatti risalgono all'agosto del 2009



TRENTO. Maltrattamenti. Questa la motivazione della condanna a due anni di reclusione, decisa dal gup Carlo Ancona, nei confronti di una madre trentina che non aveva difeso le sue due figlie, una di appena 12 anni, mentre subivano violenze da parte del suo compagno, un carabiniere di 39 anni in servizio presso la Banca d'Italia già condannato a due anni in seguito al patteggiamento.
I fatti risalgono all'agosto del 2009, quando il militare venne anche arrestato. Le due ragazze denunciarono una situazione insopportabile: palpeggiamenti al seno e sul sedere improvvisi e ripetuti nonostante non fossero graditi. Messaggi telefonici dal chiaro contenuto sessuale. Questo il quadro accusatorio che aveva portato all'arresto dell'uomo.
Nel corso delle indagini - partite con una segnalazione dei servizi sociali - la polizia giudiziaria aveva raccolto le testimonianze sia della maggiore delle due sorelle (15 anni) che della sorella di 12. La prima aveva spiegato di essere vittima dei presunti abusi ormai da un paio d'anni. Alcuni di questi episodi sarebbero avvenuti anche in presenza della madre della ragazza, alla quale la giovane avrebbe più volte chiesto «aiuto» nella speranza che quei comportamenti cessassero. Per tutta risposta la mamma avrebbe sempre cercato di sdrammatizzare i fatti, sostenendo che il conoscente stava scherzando e, di conseguenza, aveva ignorato le lamentele della figlia maggiore, ignorando di fatto anche le molestie alla più piccola.
Il carabiniere aveva deciso di accedere al patteggiamento, risarcendo le due ragazzine con una somma di 20.000 euro. Poi, anche la madre si era ritrovata a processo con l'accusa di maltrattamenti. La sua posizione è stata definita dal giudice Carlo Ancona che l'ha ritenuta responsabile di «maltrattamenti» e quindi condannata a due anni di reclusione con rito abbreviato. Nei fatti, l'aver ignorato le lamentele delle figlie e le continue richieste d'aiuto, l'aver minimizzato le molestie sessuali messe in atto in modo continuativo da parte del trentanovenne carabiniere, è stato considerato un atto di maltrattamento nei confronti delle figlie, che speravano che la madre potesse intervenire per bloccare quegli odiosi soprusi.
Una vicenda decisamente scabrosa, che ha raggiunto il suo epilogo nelle aule di giustizia, ma purtroppo resterà indelebile nei ricordi delle due giovani ragazze.

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