M5S, Bottamedi nella bufera

I militanti si dividono sul no a Farage. «Non ci rappresenti più». «No, ha ragione»



TRENTO. «Ogni giorno mi sveglio con l’incubo di vedermi alleata a Farage, mentre vorrei svegliarmi alleata ai Verdi». E ancora: «Abbandoniamo l’isolamento e l’autoreferenzialità nelle quali ci siamo chiusi in questi due anni». La riflessione postata su Facebook dalla consigliera provinciale del M5S Manuela Bottamedi scatena un’ondata di reazioni tra i militanti. Che si dividono e in molti casi la attaccano. «Preferirei svegliarmi in un gruppo europeo diretto dal M5S, non certo dai Verdi che di verde hanno sempre avuto poco, avendo sempre appoggiato tutto l'inappoggiabile», scrive Paolo Vergnano. Massimo Pittui è il più duro: «Bottamedi, le tue dichiarazioni ultimamente non riesco più a condividerle. Non mi rappresenti più, urge assemblea urgente per capire cosa vuoi fare del tuo mandato. Se vuoi fare carriera politica o trovi sbagliato rinunciare alla vagonata di soldi che si guadagnano con la vecchia politica, è tuo dovere morale dimetterti». E Denise Cattoi: «Isolamento? Essere interlocutori di associazioni di categoria, parti sociali, sindacati? Spero sia una provocazione». C’è però anche chi si schiera con la consigliera. Come Silvia Parlanti: «Renzi ha fatto un ottimo lavoro, riuscendo a capire le richieste dei cittadini, anche attraverso il M5S. La nostra risposta non è stata efficace e gli slogan battutari dal palco avrebbero dovuto essere sostituiti per non essere confusi nel caos disorganizzato». O Andrea Righi: «Brava Manuela, dimostri di avere il cervello e di essere una persona seria». E Marco Ianes dei Verdi: «Bellissime parole,Quando iniziamo a discutere di futuro? Quando vuoi, ne parliamo». Ed è la stessa Bottamedi a rispondere via Facebook alle critiche, senza indietreggiare: «Sono e sarò sempre fedele ai princìpi del M5S. Mi sono semplicemente chiesta: come portare avanti questi valori? Secondo me si può e si deve fare un passo avanti, uscendo dal nostro isolamento. Dobbiamo uscire di più allo scoperto e coinvolgere le realtà che ci circondano. Io lavoro tutto il giorno in Provincia, e siamo ai margini». E a Pittui: «Non ho paura di rappresentare una parte del gruppo e non tutta. Credo sia inevitabile, soprattutto in un momento in cui vengono prese decisioni forti e radicali (vedi alleanza con Farage) ed è giusto che ognuno possa esprimere la sua opinione, anche di dissenso».













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