Fotografia

«Lost in Trentino» I vincitori in mostra al Mart

I vostri scatti dalla nostra terra


Stefania Costa


TRENTO.

ROVERETO. «No, questa non è stata scattata in Trentino» bisbigliavano alcuni dei curiosi al Mart hanno assistito all'inaugurazione della mostra " Lost in Trentino". Missione compiuta. Perché le 20 foto, scelte tra le oltre 500 che hanno partecipato al concorso lanciato dal nostro quotidiano e dal museo roveretano, vogliono raccontare proprio "il Trentino che non ti aspetti".
«Più di un concorso - ha spiegato il direttore del Trentino Alberto Faustini - quello organizzato con Mart è stato un viaggio che mi ha sbalordito». Aperto il tema che invitava a "scoprire e conoscere l'inatteso che abita il nostro paesaggio". Una sfida tra il presente e il ricordo, tra la realtà e la fantasia, tra il vero e il non vero, che accompagna la grande mostra del Museo di arte moderna e contemporanea (visitabile fino a fine agosto) "Perduti nel paesaggio/ Lost in Landscape". Da aprile a giugno i lettori sono stati invitati a spedire le loro foto. Ne sono arrivate a centinaia.
«Sembrava impossibile che alcune di queste immagini fossero state scattate in Trentino. - ha detto Faustini - A volte non siamo in grado di vedere il territorio in cui siamo abituati a vivere. Non ne vediamo le grandi brutture, ma nemmeno le grandi bellezze. La fotografia ci fornisce altri modi per guardare la realtà e anche per fuggire da essa».
Le venti fotografie - scelte da una giuria composta dalla direttrice del Mart Cristiana Collu, da Faustini, dal critico Giovanna Calvenzi e dai fotografi Walter Niedermayr e Dino Panato - raccontano paesaggi diversi da quelli che normalmente associamo alla nostra terra. Inaspettati. Scorrendo con lo sguardo le immagini - che rimarranno esposte nel foyer dell'archivio del Mart fino al 31 agosto - troviamo paesaggi onirici, esotici e tropicali, ma anche di dura realtà come gli edifici in disfacimento. Alcuni scatti ci conducono con la mente in regioni lontane, come il Grand Canyon, l'oriente, i Caraibi o Machu Picchu, altri ci portano tra edifici che ci fanno pensare più a zone di guerra che alle nostre città. «E' un viaggio sognato e sognante tra luoghi appartenenti a questo territorio che nessuno si immagina. Un progetto che ci piace molto perché crea partecipazione dei lettori del giornale, degli utenti del museo» ha spiegato Cristiana Collu. Una collaborazione vincente che si ripeterà in autunno quando i lettori del Trentino verranno invitati a raccontare con la macchina fotografica un tema difficile come quello del percorso che porta dalla guerra alla pace. Proprio mentre al Mart si potrà visitare l'esposizione "La Guerra che verrà non è la prima. Grande Guerra 1914-2014".
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