Liste d'attesa: i medici del Trentino contro la proposta di Rossi

Il presidente dell’Ordine, Giuseppe Zumiani, lamenta “assenza di confronto”, parla di “proclami e proposte demagogiche”. La soluzione? «Assumere personale negli ospedali pubblici, non pagare prestazioni ai privati»



TRENTO. Non piace ai medici la ricetta dell’assessore alla sanità, Ugo Rossi, contro le liste d’attesa. Non piacciono i modi con cui è stata presentata e nemmeno i contenuti. Il presidente dell’Ordine, Giuseppe Zumiani, lamenta “assenza di confronto”, parla di “proclami e proposte demagogiche”. La soluzione? «Assumere personale negli ospedali pubblici, non pagare prestazioni ai privati».
 I medici trentini si sentono quasi torteggiati dall’assessore Ugo Rossi, che nei giorni scorsi ha presentato il piano per tagliare le liste d’attesa. Il presidente provinciale dell’Ordine, Giuseppe Zumiani, si fa portavoce di un malessere diffuso: «Non ci è piaciuto apprendere certe cose dalla stampa - spiega - e nemmeno vedere disegnato un quadro che non risponde alla realtà. Sembra che in Trentino siano tutti in attesa di prestazioni sanitarie, ma non è affatto così. Le visite sono in continuo aumento, la qualità e la specializzazione è sempre maggiore e noi medici, nonostante tutto, facciamo il massimo».
 L’assessore Rossi la pensa diversamente...
 
Innanzitutto bisogna precisare un aspetto. Non si può parlare di liste d’attesa in generale, come ha fatto l’assessore. Bisogna distinguere tra quelle per visite specialistiche e diagnostiche e quelle per operazioni oncologiche. In questo secondo caso è inammissibile che vi siano attese di 3 mesi, ma il problema lo si può risolvere solo a livello politico: aumentando gli organici, le strutture ed i sistemi organizzativi.
 E per quanto riguarda le attese per le visite specialistiche?
 Anche in questo caso bisogna fare una distinzione. Le visite ritenute prioritarie sono sempre garantite e le attese rispettano i tempi. Si allungano, invece, per quelle non prioritarie, ma il ragionamento va approfondito...
 In che senso?
 
Negli ultimi anni le visite sono aumentate in modo considerevole perché la gente, giustamente, non le fa solo per curarsi, ma anche per tutelare il proprio benessere. Deve però essere chiaro un concetto: bisogna farsi visitare quando ce n’è bisogno, ed in questo senso è indispensabile il ruolo dei medici di medicina generale che devono essere particolarmente responsabilizzati per tenere sotto controllo il numero delle visite.
 L’assessore, per abbattere le attese, ha proposto anche un rimborso per chi viene visitato oltre i tempi stabiliti...
 
Mi sembrerebbe più etico destinare le risorse che userebbe per questi rimborsi affinché si aumentino gli organici.
 Si è parlato anche di visite al sabato...
 
Anche questa mi pare una boutade. Sono convinto che anche per abbassare i tempi d’attesa delle visite non prioritarie basterebbe mettere mano agli organici. Noi professionisti stiamo garantendo un servizio di qualità, aumentando la tipologia delle prestazioni, nonostante le risorse non siano state significativamente aumentate negli ultimi anni. E poi c’è un altro modo...
 Quale?
 
L’assessore ha demonizzato lo svolgimento della libera professione ed ha minacciato maggiori controlli. In Trentino la libera professione viene svolta all’interno di norme precise e quindi è incomprensibile questo atteggiamento. Invece che demonizzarla, l’assessore dovrebbe vederla come un’opportunità per alleggerire le liste d’attesa nel pubblico.
 Insomma, il clima sembra teso tra Palazzo e camici bianchi.
 
Certamente questa uscita non ci è piaciuta. Per migliorare il sistema ci vuole un confronto tra politica, professionisti e Azienda sanitaria. Infine, vorrei fare una domanda all’assessore Rossi.
 Prego.
 
Perché preferisce vendere prestazioni al privato anziché aumentare gli organici nel pubblico, visto che in Trentino la sanità pubblica continua ad essere il riferimento di qualità anche per la medicina privata?













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